L’interruzione volontaria di gravidanza

In Italia, ogni donna incinta ha il diritto di interrompere la gravidanza sotto assistenza medica. L'aborto deve essere praticato obbligatoriamente prima della fine della dodicesima settimana di gravidanza. Come funziona una IVG? A chi rivolgersi? Ecco le risposte dell'AIED (Associazione italiana per l'educazione demografica) di Milano.

L'aborto è un diritto di tutte le donne. Prima di sottoporsi a una IVG, bisogna fare un esame ginecologico.


Chi può sottoporsi a una IVG?
Tutte le donne, che siano maggiorenni o minorenni, hanno il diritto di usufruire dell’assistenza medica per interrompere una gravidanza. “Non c’è un’età minima per sottoporsi all’intervento ma si presume che non ve ne sia necessità prima dell’età del consenso, ovvero 14 anni”, precisano all'AIED. L'aborto non è riservato alle cittadine italiane; tutte le donne, provenienti dall'Unione Europea o meno, hanno accesso alla IVG.  “Le comunitarie senza assistenza sanitaria nel proprio paese devono ottenere un codice CSCS (Comunitario Senza Copertura Sanitaria) di pertinenza dell’ASL”, puntualizzano all'AIED.

Una ragazza minorenne ha bisogno del consenso dei genitori?
La risposta è sì. Come sottolinea l'AIED “per le minorenni è necessario il consenso di tutti e due i genitori, se hanno la patria potestà congiunta, o dell’unico genitore che ha la patria potestà esclusiva”. Se manca il consenso di entrambi i genitori si può ricorrere al giudice tutelare, a cui andrà presentato un documento che spieghi i motivi della richiesta di aborto rilasciato da un consultorio.

Dove può essere praticato un aborto?
La IVG può essere praticata negli ospedali. In queste strutture possono esserci degli obiettori di coscienza, ovvero dei medici che non vogliono eseguire un aborto. Bisogna quindi informarsi per tempo: le liste di attesa possono essere lunghe.

Si deve andare anche dal ginecologo o si può andare direttamente in ospedale?
Andare dal ginecologo è fondamentale. Lo specialista “effettua una visita, prende atto dello stato di gravidanza e della volontà di interromperla e compila un certificato che permette di accedere all’ospedale per prenotare l’intervento. La legge prevede sette giorni di riflessione tra il rilascio del certificato e la possibilità di eseguire l’intervento”, conferma l'AIED.

Come funziona un’interruzione di gravidanza?
In Italia esistono due metodi per interrompere una gravidanza:

- L’aborto farmacologico (RU486):prevede la somministrazione di mifepristone il primo giorno; dopo due giorni, sempre in ambiente ospedaliero, vengono somministrate compresse che contengono prostaglandine, per favorire l’espulsione dei tessuti embrionali”, spiegano all'AIED. In alcune regioni è previsto un ricovero ospedaliero di 3 giorni, ma non è sempre così: informatevi sulle norme della regione in cui vivete. Infine, “circa due settimane dopo aver assunto le prostaglandine, è necessario effettuare una visita di controllo per verificare l’avvenuta e completa espulsione”.

L'aborto chirurgico:
consiste in una dilatazione del collo dell’utero, seguita dall'aspirazione dell’ovulo. L’intervento, che dura una decina di minuti, può essere eseguito sotto anestesia generale o locale. Terminata l’operazione sarà sufficiente un ricovero di qualche ora in day hospital.

Entro quale limite di tempo si può praticare una IVG?
In Italia, l'aborto farmacologico può essere praticato entro 49 giorni dalla data dell'ultima mestruazione, che segna l'inizio della gestazione. L'aborto chirurgico può essere praticato prima della dodicesima settimana (90 giorni) di gestazione. L'intervento può essere effettuato dopo i 90 giorni nel caso in cui la gravidanza comporti un pericolo per la salute fisica e psichica della donna. In questo caso “è necessaria una dichiarazione di un medico specialista” che attesti la patologia della donna e del nascituro, “oppure di uno psicologo/psichiatra nel caso in cui la sofferenza collegata alla prosecuzione della gravidanza sia di tipo psicologico”, spiegano all'AIED.

Aborto: quali sono i costi?
La IVG è gratuita per tutte le donne, comunitarie ed extracomunitarie, che sia farmacologica o chirurgica.

Dove informarsi?
Per avere maggiori informazioni potete rivolgervi a un consultorio, al vostro ginecologo, al medico di base o a un ospedale.

Per maggiori informazioni consultate il sito dell'AIED di Milano (www.aiedmilano.com)

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