Donna e mamma: la maternità è un master in leadership generativa
Nell'Italia dove 1 neomamma su 4 non torna a lavorare, c'è Maam, il progetto che trasforma la maternità in master per insegnare (anche) agli uomini la leadership generativa.
Donna e mamma: nell’attesa di soluzioni alla francese - il paese con il più alto tasso di fertilità in Europa grazie a un welfare efficace, aiuti economici e parità tra i sessi - non resta che fare di necessità virtù. Per la serie: coniugare maternità e carriera non è una corsa ad ostacoli ma un’impresa e allora le mamme sono (o meglio, diventano) delle imprenditrici. Da questa idea nasce maam - maternity as a master - il progetto nato nel 2013 dall’incontro tra Riccarda Zezza e Andrea Vitullo che, insieme, hanno sfidato “uno degli stereotipi più dannosi per l’economia del 21° secolo: quello che fa della maternità un punto di debolezza nel lavoro delle donne”. In due parole: è ora di “considerare la maternità non più come una malattia da curare ma come un elemento di competitività”, riassume Riccarda Zezza, fondatrice di Piano C (il primo spazio di coworking e cobaby) e anima di maam.
Maternità in carriera
O i figli o il lavoro: 1 donna su 4 non ricomincia a lavorare dopo la maternità tanto che l’Italia è il Paese con la più alta percentuale di famiglie monoreddito ma ha un tasso di fertilità tra i più bassi del mondo (1,4 figli per nucleo familiare). Le soluzioni (finora) sono spot (vedi il bonus bebè) o concettuali per non dire provocatorie (vedi il fertility day). Perciò non resta che provare a ribaltare la questione. Come hanno fatto a maam: “immaginiamo ora di portare le competenze necessarie alla cura fuori di casa, per esempio sul lavoro: autorevolezza, intensità di relazione, investimento continuo sull’altro, capacità di ascolto, strategie motivazionali” suggeriscono, trasformando la maternità e l’esperienza di cura "in un modello di leadership: la leadership generativa".
Professione mamma: la leadership generativa
“Curare, far crescere e rendere forte un altro essere umano è la più istruttiva e vitale delle esperienze di leadership” spiega Andrea Vitullo, executive coach e braccio destro di maam. “Molte donne, spesso anche senza rendersene conto - continua Vitullo - proprio durante la maternità acquisiscono competenze di change management (capacità di governare il cambiamento) e problem solving (velocità nel risolvere i problemi) che possono rivelarsi utili anche dietro una scrivania”. Se a tutto ciò si somma la “transilienza” (da “transizione” e “resilienza”)" precisa Zezza - ovvero la capacità tipicamente femminile di accumulare i ruoli - donna, madre, compagna, amica, lavoratrice e magari anche sportiva -, si ottiene “formula magica utilizzata da Maam per descrivere il passaggio fluido delle competenze acquisite sul lavoro alla famiglia e dalla famiglia al lavoro: una definizione molto più efficace rispetto al superato concetto di multitasking”.
Multitasking? No, transilienti
E se, come suggerisce una ricerca del Wellesley Centers for Women e conferma un sondaggio italiano del 2014, la maternità contribuisce a rendere più efficiente la gestione del tempo (nell’87,5% delle intervistate) a migliorare quella di ascolto e l’energia nel “fare le cose” nell’86% dei casi, non resta che insegnarle, queste competenze. Detto fatto: i workshop aziendali hanno già istruito manager di Pirelli, Luxottica, Ikea, Poste Italiane e Unicredit. “La leadership, per essere materna, deve basarsi su quattro presupposti fondamentali - spiega Zezza -: fare spazio, fecondare (un atto che richiede generosità), avere cura (essere in contatto con il mondo reale) e infine lasciar andare”. Attitudini che le neomamme imparano naturalmente e che maam vuole consolidare con Maam U (dove la “u” sta per “you”) che trasforma il congedo di maternità (anche) in un un master di sette capitoli per consolidare quella cura, quell’empatia e quella capacità di non farsi mai scoraggiare, di esercitare la pazienza e scatenare la fantasia per gestire la complessità E farcela, sempre.