Sculacciate: secondo la scienza meglio di no

Il senatore del Texas ted Cruz ammette di usarle per educare la figlia di cinque anni e il mondo si divide in favorevoli e contrari. Tra gli ultimi anche la scienza secondo la quale sculacciate e affini potrebbero intaccare addirittura la salute mentale dei bambini. 

 

Sculacciate (e punizioni corporali in generale) potrebbero avere delle ripercussioni sulla salute mentale dei bambini. Dall'America arriva il monito della scienza.


Sculacciate ai bambini: sì o no? Il mondo dei genitori, da sempre, si divide tra favorevoli e contrari, tra quanti predicano l’insostituibilità delle punizioni corporali e quanti, al contrario, s’impegnano nella spiegazione a tutti i costi senza sfiorare nemmeno con un dito i loro rampolli. Sulla validità delle convinzioni dell’una e dell’altra fazione, è stata riportata recentemente l’attenzione in America dopo che il senatore del Texas Ted Cruz, candidato alle primarie Repubblicane per la presidenza, ha raccontato di utilizzare (in verità spesso) le sculacciate come metodo disciplinare per i suoi figli, e in particolare, per la sua bambina di cinque anni. "La sculaccio – ha spiegato - quando dice una bugia". Apriti cielo. Sulla questione si sono immediatamente schierati illustri studiosi e semplici elettori che, da un lato, hanno applaudito alla franchezza e dall’altro lato hanno condannato questo comportamento come un evitabilissimo retaggio del passato. Il contributo più interessante sul tema, però, è arrivato dallo psichiatra Ronald Pies della SUNY Upstate Medical University che ha aperto un nuovo dibattito portando la dimostrazione scientifica del fatto che sculacciare i bambini potrebbe intaccare la loro salute mentale.

 

Intaccano la salute mentale dei bambini?

A far da cassa di risonanza alla teoria di Ronald Pies ci ha pensato un articolo pubblicato sulla rivista The Conversation nella quale lo studioso ha spiegato che le punizioni corporali, incluse appunto le sculacciate, potrebbero – alla lunga - avere un impatto addirittura sulla salute mentale dei rampolli. Il perché, secondo Pies, è presto detto e si spiega a partire da quell’antica teoria secondo la quale la violenza genera violenza e da vittime ci si trasforma spesso in carnefici. Il bambino che ha preso tante botte nella sua infanzia, sostiene infatti lo psichiatra, crederà più facilmente che la violenza sia un metodo accettabile per risolvere i problemi. Per rafforzare la sua ipotesi, poi, Pies riporta la testimonianza di Michelle Knox, sua collega e professoressa di psichiatria alla Università di Toledo. "Negli Stati Uniti – spiega l’esperta secondo quanto si legge nell'articolo - è contro la legge picchiare i prigionieri, i criminali o altri adulti. Ironicamente, gli unici esseri umani che è legale picchiare sono quelli più vulnerabili, quelli che avrebbero bisogno di essere protetti: i bambini".

 

Presto l’abolizione in Canada

E, in effetti, le discussioni in America sono piuttosto accese tanto che recentemente, in Canada, il governo ha presentato una proposta di legge per abolire il diritto che consente ai genitori di punire fisicamente i propri figli. Ma non solo. Anche in Massachusetts i fan delle punizioni corporali non se la passano tanto bene: nel giugno del 2015, per esempio, la Corte suprema di giustizia ha negato alcuni diritti parentali a una coppia che praticava le punizioni corporali.

 

La situazione dei genitori in Italia

E nel Belpaese? Anche qui i genitori inclini alle punizioni corporali hanno poco da star tranquilli. Nel 2013, infatti, l’Italia è stata denunciata - insieme a Francia, Irlanda, Slovenia, Repubblica  Ceca, Cipro e Belgio - dalla Ong inglese Approach (Association for the Protection of All Children) proprio per la troppa disinvoltura con la quale i genitori infliggono punizioni corporali ai propri figli. La conseguenza di questo uso abbondante delle sculacciate è la violazione dell’articolo 17 della Carta sociale europea che impone agli Stati di proteggere i bambini dalla violenza.Violazione sulla quale l'Europa è stata invitata a intervenire. Recepito il messaggio?

 

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