Aggressione Luca Abete, operato al ginocchio annuncia: ritornerò a galoppare
Il 19 di ottobre l'aggressione a Luca Abete mentre stava registrando un servizio sugli scuolabus di Napoli per Striscia La Notizia. Ora l'operazione al ginocchio: “Qualche settimana e riprenderò a galoppare!”.
Ora che l’intervento al ginocchio è andato bene, l’aggressione a Luca Abete è un (brutto) ricordo d’inizio autunno: “Qualche settimana e riprenderò a galoppare!” fa sapere lui con un post su Facebook con tanto di selfie dal letto di ospedale sottolineando come, in questi mesi, abbia “tamponato a lungo con siringhe e medicinali” così da riuscire a fare il suo lavoro d’inviato a Striscia La Notizia che tanto ama la sua terra, la Campania, da volerla rivoltare come un calzino. Casomai qualcuno l’avesse dimenticato, Abete coglie l’occasione per ricordare l’episodio che ha scatenato la furia di chi l’ha mandato all’ospedale: “Conseguenze dell’aggressione subita durante il servizio degli SCUOLABUS non a norma”, precisa, rivelando: “approfitterò delle feste per guarire”.
I fatti: era il 19 ottobre, l’inviato napoletano stava registrando un servizio sulle scarse condizioni di sicurezza degli scuolabus di Napoli, quando alcuni conducenti seccati dalle telecamere non hanno avuto niente di meglio da fare che prenderlo a botte: "Ho preso uno schiaffo e ho un ginocchio ko - aveva raccontato poche ore dopo su Facebook -, ma io e il mio staff siamo orgogliosi di rappresentare le tantissime persone per bene che vivono in questa città!”.
Un amore per Napoli che Abete condivide con i suoi fan che usano la sua bacheca come un confessionale, lanciando proposte e denunciando ingiustizie. Con l’eccezione di queste ore, dove c’è spazio per la solidarietà, il dispiacere e a tratti anche la vergogna per il trattamento che la parte peggiore della città riserva all’inviato impegnato a renderla un posto migliore. “Luca forza e coraggio! Guerriero amante della propria terra, ce ne vorrebbero come te!” gli scrive Mirko Calderoni, “ecco a cosa porta il clima di odio contro te e contro la stampa in generale” fa notare Mariano Rotondo a cui Abete risponde: “E i delinquenti ci sguazzano…”. Ma tra i tremila commenti postati, oltre alle parole di solidarietà fanno capolino anche mani ingessate, della serie mal comune mezzo gaudio. Perché Luca è uno di noi e il suo motto, #NonCiFermaNessuno, è molto più di un semplice hashtag.
Copyright foto: Luca Abete Official Facebook
Copyright foto: Facebook@Luca Abete
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