#Non Ci Ferma Nessuno, il docufilm che racconta (la triste) necessità della spintarella
#NonCiFermaNessuno, il docufilm di Luca Abete, l'inviato di "Striscia la Notizia" che racconta (la triste) necessità della spintarella vista dagli occhi degli universitari italiani: il 57% degli intervistati la ritiene indispensabile per fare strada.
Nell'era del Jobs Act l'Italia prova a riformare il sistema del lavoro: una giungla per burosauri nella quale merito e preparazione non pagano, diritti e pretese sono confusi in una galassia grigiastra e - soprattutto - trovare un lavoro dignitoso sembra impossibile. Se è troppo presto per giudicare gli effetti duraturi della riforma, è senz'altro tardi per capire quanto una riforma fosse necessaria.
L'ennesima riprova arriva con #NonCiFermaNessuno2014-2015, il docufilm presentato all'Università La Sapienza di Roma. Un tour in giro per l'Italia, quindici atenei, da Milano a Palermo passando per Parma, Varese, Verona, Siena, Urbino, Roma, L’Aquila, Pescara, Napoli, Salerno, Foggia, Bari e Cosenza. Un concentrato di venticinque minuti di voci messe insieme dall'inviato di Striscia la notizia Luca Abete per raccogliere le risposte degli studenti a domande come: "Cosa significa per te essere studente in una Università italiana?", "Esiste la meritocrazia?", "Qual è la più grande paura dei giovani?". Le risposte fanno paura.
Bando alle ciance dei Palazzi, spiattellano rabbia, frustrazione e un conflitto generazionale che brucia: “Viviamo in un Paese in cui tante porte sono chiuse, ci dipingono come bamboccioni o nullafacenti. I nostri genitori hanno avuto la fortuna di trovarsi in un momento storico più favorevole e con più opportunità”. E fanno appello alla buona vecchia pratica della spintarella: “Vedo poca meritocrazia in giro, è solo una bella parola sul vocabolario. Oggi va avanti solo chi ha le spalle coperte”.
Insomma, c'è chi la raccomandazione la condanna e chi ne userebbe una - potesse - senza remore, resta il fatto che il 57% degli studenti la ritiene indispensabile per fare strada, soprattutto nel pubblico. La maggior parte degli studenti sentiti da Abete non lavora, anche se oltre la metà vorrebbe farlo (il 62,7 %). Chi lavora è soprattutto part-time e precario (più di un quarto è in stage) e ha un impiego non del tutto coerente con l’ambito di studio, né ben pagati. La statistica non è una scienza esatta ma il campione è ampio: quattrocento interviste per ottanta ore di girato. Tanta roba, direbbero i giovani.
Ovviamente non ci sono solo dati negativi. I più giovani (18-19 anni), per esempio, considerano competitive le competenze acquisite all’Università. Nel campione sono in maggioranza gli studenti soddisfatti, e se sono ancora pochi quelli che hanno studiato all'estero (circa il 13%), sono moltissimi quelli che sarebbero pronti a raccogliere la sfida.
“Girare le Università ci ha dato l'occasione per confrontarci con studenti e portare una ventata di ottimismo tra i ragazzi, così sfiduciati da ritenere necessaria la raccomandazione per poter lavorare – ha spiegato alla presentazione Luca Abete, ideatore e testimonial del progetto -. Abbiamo voluto ascoltarli con uno degli strumenti più utilizzati dai ragazzi, il video. Il docufilm fa riflettere, a tratti sorridere, ed in certi casi commuovere. Anche questo è #NonCiFermaNessuno, la community di chi non si arrende”. Neppure di fronte alla forza dirompente della spintarella.
Copyright foto: Vimeo@noncifermanessuno.org
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