L’articolo di Valeria Solesin: forza ragazze, al lavoro!

"Neodemos" ha ripubblicato l'articolo di Valeria Solesin intitolato "Allez les filles, au travail! (Forza ragazze, al lavoro!) un testo che confronta la situazione donne-madri-lavoratrici in Italia e in Francia. 

L'articolo di Valeria Solesin, Allez les filles, au travail! (Forza ragazze, al lavoro), è stato pubblicato nel 2013.


Una delle eredità di Valeria Solesin, l’italiana 28enne uccisa nell’attentato al Teatro Bataclan di Parigi lo scorso 13 novembre insieme ad altre 88 persone, è il lavoro che ha svolto a Parigi, da borsista a La Sorbona, da ricercatrice all’Ined, l’istituto dell’università per cui svolgeva i suoi studi che avrebbero potuto rendere il mondo un posto migliore, probabilmente più vivibile per le donne che cercano di coniugare lavoro e maternità, casa e ufficio. S’intitola Allez les filles, au travail! (Forza ragazze, al lavoro) l’articolo di Valeria Solesin, che venne pubblicato nel 2013 su Neodemos, dedicato ai cambiamenti socio-demografici. Un articolo che oggi la redazione ripropone perché il suo lavoro non venga dimenticato, perché così ha chiesto la sua mamma, che Valeria fosse ricordata. 

Una dissertazione sull’impegno delle donne lavoratrici in Europa, “in particolare nei momenti considerati 'rischiosi', che coincidono con l'arrivo dei figli”, che mette a confronto come “importanti differenze tra paesi continuano a persistere. Gli Stati dell'Europa del Nord sono caratterizzati infatti da alti tassi di occupazione femminile e da una fecondità che si mantiene elevata. Al contrario, negli Stati dell'Europa del Sud, bassi tassi di attività professionale femminile, si coniugano a bassi livelli di fecondità. Una tale opposizione si riscontra ugualmente tra Francia e Italia”. Un divario noto, quello evidenziato da Valeria, che però scava, cercando di andare oltre i numeri.

Le donne e il lavoro: Francia vs Italia

Nel 2011 - scriveva -, il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni è infatti del 65% in Francia, contro 50% in Italia. Sempre nel 2011, l'indicatore congiunturale di fecondità è di 2 figli per donna in Francia, mentre in Italia è di appena 1,4. Eppure questi due paesi sono relativamente simili in termini demografici”, inoltre “condividono aspetti culturali, quali la religione cattolica, e geografici, essendo uniti da 515 km di frontiera. Anche l'organizzazione del mercato del lavoro sembra rispondere a una logica simile: relativamente rigido in entrambi i paesi, tuttavia in Italia protegge maggiormente i lavoratori che appartengono alle categorie 'tipiche' (come l'industria)”.

Valeria Solesin lavorava come borsista a La Sorbona.

Valeria ipotizza una motivazione: “Una possibile spiegazione è che in Italia, più che in Francia, persista una visione tradizionale dei ruoli assegnati all’uomo e alla donna”. I dati dell’indagine European Value Study del 2008 che “descrivono dei forti contrasti nelle opinioni di francesi ed italiani riguardo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro” contribuiscono a farsi un'idea della questione. Mentre il 76% degli italiani pensa che “un bambino in età prescolare soffra se sua madre lavora fuori casa”, in Francia ne è convinto solo il 41% dei cittadini. La sproporzione cresce sondando se “una madre che lavora fuori casa può stabilire un rapporto caldo e sicuro con i figli quanto una madre che non lavora”: tra gli italiani condivide l'affermazione solo il 19%, tra i francesi la percentuale sale al 61.

Insomma, è una questione di approccio e mentalità: “In Italia esiste dunque un'opinione negativa rispetto al lavoro femminile in presenza di figli in età prescolare. In Francia, invece, il lavoro femminile è incoraggiato in tutte le fasi del ciclo di vita, anche in presenza di figli piccoli. Per tale ragione sembra ragionevole pensare che in Italia, più che in Francia, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro possa essere influenzata dall'età e dal numero di figli”.

Valeria cerca poi di tracciare un identikit anagrafico delle lavoratrici di Francia e Italia avvalendosi dei dati dell'Indagine Labour Force Survey del 2011: “in entrambi i paesi, il tasso di occupazione delle donne senza figli è sistematicamente superiore di quello delle donne con figli. In Italia però, la situazione sembra più drammatica poiché, nella fascia di età compresa tra i 25 e i 49 anni, lavorano il 76% delle donne senza figli, contro 55% delle donne con figli. In Francia, invece, si tratta dell’81% nel primo caso e del 74% nel secondo”. Senza contare il fatto che in Italia il tasso di occupazione femminile “decresce all'aumentare del numero di figli” a differenza di quello che accade in Francia dove “varia solo marginalmente in presenza di uno o due figli nel nucleo”. 

Per concludere, la strada è ancora lunga, in Italia più che in Francia ma in entrambi i paesi “appare auspicabile una maggiore condivisione delle responsabilità familiari e professionali tra le donne e gli uomini”. Ben detto Valeria, Allez les filles, au travail! 

Copyright foto: Facebook@Valeria Solesin
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