Profughi: i piccoli gesti dei bambini che cambiano la prospettiva

Le foto dei piccoli gesti di solidarietà dei bambini, i figli dei profughi mediorientali, che alle porte dell'Europa offrono biscotti ai poliziotti raccontano e offrono una nuova prospettiva. 

La foto scattata da Carlo Angerer lungo la linea ferroviaria nei pressi di Szeged.


C’è la bambina siriana che offre un biscotto al poliziotto ungherese e c’è il poliziotto danese che gioca con un’altra bambina siriana a bu bu settete. E poi c’è la bambina tedesca che regala un dolcetto a un’altra piccola siriana appena arrivata a Monaco. Immagini e video che stanno facendo il giro della rete, catturate da giornalisti in prima linea in questo esodo di profughi mediorientali che, chi a piedi, chi via mare, scappano dalle terre in mano all’Isis. Un esodo che è già stato ribattezzato come il più grave dai tempi del dopoguerra.  

Bisognerebbe che video e immagini come quelle catturate da Carlo Angerer lungo la linea ferroviaria nei pressi di Szeged, nei pressi del confine con Serbia e Romania, e da Cassandra Vinograd a Monaco (entrambi sono reporter di Nbc), circolassero di più. Perché per capire la portata di quello che sta succedendo alle porte dell’Europa, non bastano le immagini crude dei manganelli sulla folla, o quelle dei torpedoni di profughi lungo l’autostrada. Servono anche immagini che raccontano la solidarietà dei piccoli gesti e l'umanità delle singole persone. Tanto più se a farli sono quei bambini che non hanno nessuna colpa per le pene che stanno vivendo, o quei poliziotti che si ritrovano a dover svolgere il ruolo di guardiani crudeli di un mondo che fatica ad aprire le sue porte.

I numeri parlano chiaro: pubblicato su Vine, il video di Cassandra Vinograd è stato visto da più di tre milioni di persone in soli tre giorni. Condivisa su Facebook da Selvaggia Lucarelli, la foto della bambina che gioca a bu bu settete è rimbalzata su tremila e duecento bacheche in sole due ore. Dimostrazioni, queste, di quell’afflato che lega gli uomini e le loro coscienze, forse risvegliate all’improvviso dalla foto del piccolo Aylan morto a due anni sulla spiaggia di Bodrum. 

Forse non è un caso se la tragedia va avanti da anni ma proprio in questi giorni gli Stati Uniti hanno annunciato la loro disponibilità ad accogliere 10mila profughi siriani, se l’Ungheria del muro anti-migranti ha accordato anche a quelli non identificati l’accesso ai bus diretti verso l’Austria e se Angela Merkel è andata a incontrare i richiedenti asilo in un centro d’accoglienza per stranieri e tra un selfie e l’altro ha sottolineato che "l'integrazione avverrà in parte attraverso i bambini che impareranno il tedesco negli asili". Forse qualcosa sta cambiando, forse gli occhi degli adulti non hanno più il coraggio di guardare quei volti innocenti e girarsi dall’altra parte.

Copyright foto: Twitter@Carlo Angerer
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