Il divorzio breve fa impennare gli addii (soprattutto in tarda età)

La nuova legge che diminuisce i tempi di attesa per la richiesta del divorzio, ha portato davanti ai giudici 50mila coppie in più degli altri anni. Over 65 in testa, il 20% del totale. 

Il picco degli addii dopo l'entrata in vigore della legge sul divorzio breve è previsto per l'autunno.


Il primo effetto del divorzio breve è un’impennata di addii. Che molte coppie scoppino d’estate non è una novità, il fatto è che la nuova legge, passata lo scorso 26 maggio, solo a giugno e luglio ha portato davanti ai giudici 50 mila sposi ai ferri corti in più rispetto all’anno scorso. Considerando il fatto che nei primi tre mesi dell’anno i numeri erano in discesa, la relazione tra il provvedimento e gli adii non è un caso. A divulgare i dati è l'Associazione matrimonialisti italiani (Ami) che prevede, per l’autunno, uno scarto ancora maggiore

La nuova legge, che riduce a 12 mesi la durata minima del periodo di separazione per poter procedere con la domanda di divorzio e a 6 mesi per quanto riguarda le separazioni consensuali, ha dato il via libera “a tutte le coppie che avevano richiesto la separazione negli anni precedenti - chiarisce Gian Ettore Gassani presidente dell'Ami -. Questo spiega un simile aumento di divorzi, ma il picco si attende a settembre e ottobre".      

Gli fa eco il segretario della Lega italiana per il divorzio breve, Diego Sabatinelli: "Era prevedibile che dopo l'approvazione del divorzio breve ci sarebbe stato un aumento di richieste da parte di tutte le persone che avevano già avviato le pratiche ed erano in attesa". Ma, rileva, "questa tendenza non è legata a un aumento generale della volontà degli italiani di divorziare". Over 65 esclusi, va precisato, visto che dall’entrata in vigore, si sono aggiudicati il 20% delle richieste. Un record. 

"Prima alcuni avevano paura di non riuscire a vedere la fine dei procedimenti, la prospettiva dei sei mesi di separazione rende possibile invece l'idea di iniziare una nuova vita", spiegano dall'Ami. "D'altronde, ogni anno si celebrano circa tremila casi di matrimonio o convivenze more uxorio tra anziani e giovani badanti. Qualcosa vorrà dire...". Secondo lo studio legale Scicchitano, infatti, "il 20% delle richieste di divorzio breve presentate finora è arrivato da coppie over 60, ma da settembre si prevede un aumento delle domande di separazione in tutte le fasce d'età".
  
Anche se, per lo più, chi decide di lasciarsi, ha pochi anni di matrimonio alle spalle e da poco superato gli anta: 44 anni gli uomini e 41 le donne. “La separazione è richiesta nel 60% dei casi dalle donne - dicono dallo studio legale Scicchitano che ha tracciato l’identikit della coppia che scoppia -, mentre la richiesta di divorzio parte nel 60% dei casi dagli uomini". 

Infine, succede di più al Nord che al Sud: probabilmente, ipotizza il presidente dell'Ami Gassani, "è il vento dell'Europa" a soffiare in particolare sulle regioni settentrionali. E i dati lasciano poco spazio ai dubbi: "Al Nord - spiega - ci sono circa 400 separazioni ogni 1.000 matrimoni, mentre al Sud si arriva a stento a 190". 

A questo punto sarà interessante vedere gli effetti della pubblicazione delle liste dei fedifraghi che su Ashley Madison cercavano avventure extra coniugali: messe on line dagli hacker di Impact Team, hanno rivelato che l’Italia non è solo un paese di santi, navigatori e poeti ma anche di traditori. Almeno tra gli uomini: oltre l’85% degli iscritti.

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