Ciera Swaringen: i nei, i bulli e l'(orgogliosa) accettazione di sé
Il 70% del corpo di Ciera Swaringen, 19enne del North Carolina è ricoperto di nei e macchie solari. Da sempre fa i conti con diversità e bullismo ma solo di recente ha imparato ad accettarsi, "orgogliosa di essere quella che sono".
Essere Ciera Swaringen non è facile: il 70% della sua pelle è ricoperta da nei, voglie e macchie che, spuntando dalla sera alla mattina, creano la sua "diversità". Così, il fatto che abbia due occhi da gatta, una bocca a cuore e una silhouette con le curve giuste nei punti giusti, passa in secondo piano. Il bello, però, è che lei è riuscita ad accettare se stessa e si fa entrare le cattiverie da un orecchio e se la fa uscire dall’altro. "Sono orgogliosa di quella che sono" risponde soddisfatta a chi, guardandola, inevitabilmente se lo domanda.
Lo è al punto da essere riuscita a farli vedere al mondo: "Ecco i miei nei - posta dal suo profilo Instagram -. Finalmente sono abbastanza sicura di me stessa da mostrarli. L'estate è sempre il periodo peggiore per me perché devo scoprire la mia pelle più del normale. Sono nata diversa rispetto agli altri e le persone non perdono occasione per ricordarmelo spesso. Ma sono nata differente per una ragione. Ora è tempo di accettarlo". Il Daily Mail ha raccontato la sua storia e ora la 19enne di Rockwell, la cittadina del North Carolina di appena 600 anime, è diventata il modello per centinaia di altri ragazzi. "Ognuno è nato per essere differente e tutti dovremmo sentirci meravigliosi nella nostra pelle" dice lei, “Sembri così forte e sicura di te - commenta un utente su Instagram -. Anch'io ho una grande voglia che copre tutto il mio braccio e metà della mia schiena e mi piacerebbe mostrarmi come te. Tu mi incoraggi a farlo. Grazie". Ma anche genitori di ragazzi alle prese con il bullismo, ragazzi qualsiasi, sconosciuti.
Perché Ciera l’ha vissuto sulla sua pelle il bullismo più becero. Non certo a Rockwell, dove è cresciuta con tre sorelle più grandi - Randi, 26 anni, Hannah, 24, e Anna, 20 - e nessuno l’ha mai fatta sentire diversa. Piuttosto è “quando esco fuori dal mio paese” che le cose si complicano: “Di solito sono i ragazzi a commentare quando mi vedono. Mi dicono: Sembri sporca, lavati. Ma io sono orgogliosa di essere diversa e credo che, alla fine, tutti abbiamo qualcosa di particolare che ci caratterizza, sia dentro sia fuori". E ancora: “Una volta, su un autobus, un ragazzo ha cominciato a scherzare con me chiamandomi 'cane chiazzato', ma non ha fatto altro che aumentare la mia autostima. Con il tempo ho imparato a spazzare via i commenti negativi, sono convinta che a volte le persone dicano cose crudeli solo perché non hanno familiarità con la mia malattia".
Il nevo melanocitico congenito gigante, una malattia che colpisce uno su 500mila e con gli anni può degenerare in un tumore maligno. ”Ricordo quando ho iniziato la scuola - racconta - e mia madre mi ha detto che le mie voglie erano baci di un angelo. Mio padre, invece, è sempre stata la prima persona a difendermi quando qualcuno diceva qualcosa di male su di me". Oggi, che è abbastanza grande per fare da sola, ha scelto l’arma più disarmante, il sorriso, al massimo l’indifferenza.
E la crema solare: “è la mia migliore amica - confessa -. Posso indossare t-shirts e shorts, ma devo mettermi al sicuro". Altre accortezze le ha imparate quando, lavorando a una ricerca per la scuola sulla sua malattia, ha scoperto Nevus Outreach, l’associazione che aiuta le persone che vivono la stessa vita di Ciera: "Scoprire questo gruppo mi ha aiutato a capire che non solo sola”. La valanga di persone che, dopo aver letto la sua storia, le hanno scritto sui social, hanno fatto parte del resto.
Copyright foto: Instagram@Ciera Swaringen
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