Emma Gatti, ecco chi è l’italiana alla Nasa
Emma Gatti, 32enne milanese, da due anni lavora alla Nasa "un campus di geek", dove "se si rompe qualcosa te lo aggiusti". Lei, geochimica e vulcanologa cerca l'acqua su Marte, sognando di trovare il fratello della Terra.
Ogni mattina Emma Gatti si alza e cerca l’acqua su Marte. Lo fa dal Campus della Nasa, in California, negli Stati Uniti, dove la 32enne milanese di nascita e geochimica e vulcanologa di professione, è approdata due anni fa dopo una laurea alla Bicocca e un dottorato a Cambridge.
Di quel posto a lungo sognato e con fatica raggiunto, Emma racconta aneddoti, come quello delle “noccioline che portano fortuna alle missioni della Nasa da quella volta negli anni Sessanta” e giornate spese a “cercare di ricostruire il clima di Marte di circa 4 miliardi di anni fa”. Perché se è vero che “sappiamo che c’era acqua liquida, un vero e proprio oceano al Polo Nord” lo è altrettanto che “non sappiamo dove sia finita”. Scoprire che cosa sia successo potrebbe aiutare a prevenire (o gestire) una simile eventualità nel nostro Pianeta: “vogliamo capire se l’acqua è scomparsa in seguito a uno shock grave e se è possibile che capiti anche alla Terra”.
Quello che ci tiene a precisare è che “non stiamo cercando gli alieni ma la vita a livello batterico, cellulare”. Quello che la diverte è il fatto che “alla Nasa ci sono pochissimi tecnici: se qualcosa si rompe te lo devi riparare da solo. D’altra parte qui costruiamo strumenti e se non sai aggiustarlo, impari”. Va da sé che parlare con Emma significa anche affrontare le differenze tra il Vecchio e il Nuovo Continente: “In Europa l’approccio è più decadente, è facile sentirsi domandare: ma dove vuoi arrivare?. Qui è tutta un’altra cosa, sei incoraggiato a pensare in grande”.
Di certo il fatto che il campus sia popolato da cervelloni come lei, aiuta: “Un altro aspetto che mi piace molto di questo posto - spiega Emma - è la promozione del geek”, per chi non lo conoscesse, il cugino un po’ più cool del nerd che preferisce Steve Jobs a Bill Gates. “Di solito i geek sono isolati - aggiunge Emma, parlando per esperienza anche se nulla tradisce il suo aspetto - vengono buttati giù perché hanno gli occhiali spessi, perché vanno a scuola invece che a giocare a pallone. Qui è il contrario: più geek sei, meglio è. Insomma, è proprio un geek campus”.
Dove tutti, alla fine hanno gli stessi gusti: “Ti piace Star Wars? Perfetto!” spiega Emma che racconta di “una ragazza che conosce qualcuno a Hollywood che costruisce C3P8. Ebbene: una volta all’anno lo porta al Campus e si veste da Leila scatenando l’ovazione popolare”. Dal canto suo, a proposito di passioni cinematografiche, Emma ha molto amato Interstellar e The Martian "entrambi ben documentati e verosimili grazie all'aiuto di scienziati che contribuiscono a costruire una fisica possibile". Senza dimenticare che gli stessi protagonisti fanno di tutto per calarsi nella parte: "Come dimenticare quella volta che Matt Damon, il protagonista del film di Ridley Scott è venuto al Campus?". Impossibile.
Ed è proprio Marte il suo argomento forte: a chi le domanda se mai ci andremo a vivere lei risponde sorridendo che “siamo lontani dal mandare gli uomini perché non sappiamo come portarli indietro". Perciò, "più che spedire gli esseri umani l’obiettivo delle missioni è portare le rocce indietro per analizzarle”. Senza dimenticare, confessa Emma accendendo la curiosità di tutti noi, che “l’obiettivo generale della Nasa è trovare la vita nell’Universo o altri pianeti come la Terra. Non è possibile che non ce ne sia un altro come il nostro”.
Copyright foto: Kika Press/Nasa
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