Rummer Willis bullizzata per una vita: "Sei brutta, non somigli alla mamma"
Dal palco di "Ballando con le stelle" Usa, Rummer Willis, la figlia di Demi Moore e Bruce Willis ha confessato quanto sia stato difficile crescere con dei genitori così famosi e una madre così bella.
Ha commosso la sua famiglia e l’America in un exploit che farà parlare mezzo mondo. Dal palco di Ballando con le stelle Usa, Rummer Willis, la figlia di Demi Moore e Bruce Willis, ha dimostrato un coraggio più unico che raro. Appena due settimane fa era riuscita a riportare tra il pubblico i genitori, per la prima volta vicini e sorridenti dopo 13 anni di tempesta, toy boy e gossip di varia natura, gonfiandoli d’orgoglio con il suo foxtrot impeccabile al fianco partner di ballo, Val Chmerkovski. Nella puntata del 6 aprile si è lasciata andare, confessando anni di bullismo subito in virtù del suo cognome perché “quando cresci con dei genitori che sono conosciuti in tutto il mondo e hai così tanta attenzione dai media e da tutti i tabloid, è davvero dura”.
Era un fiume in piena, Rummer, chissà per quanto tempo ha aspettato quel momento: “quando ero una teenager non mi sentivo a mio agio col mio corpo, non mi piacevo e le persone erano cattive con me - ha raccontato -. Dicevano che sembravo un uomo e mi chiamavano "buttaface", che significa "tutto buono tranne la faccia", oppure mi chiamavano "testa di patata", un modo per prendere in giro il mio aspetto". Il pubblico, silenzioso, ascoltava. Qualcuno, da casa, si sarà anche sentito chiamato in causa. Rummer non si è fatta intimidire: “mia madre era una delle donne più belle che io avessi mai incontrato e tutti mi comparavano a lei dicendomi che somigliavo più ai tratti maschili di mio padre che alla mia stupenda madre”.
Una persecuzione con cui Rummer ha fatto i conti tutti i giorni, cercando soluzioni che mettessero a tacere le malelingue: “per anni ho pensato: potrei sottopormi alla chirurgia plastica. Se solo cambiassi la mia faccia o diventassi più magra... mi dicevo”. Finché Rummer, anche grazie alla sua famiglia, ha capito che la soluzione era dentro di sé: “poi la vita mi ha fatta crescere, mia sorella Tallulah è stata in rehab e da lei ho imparato molto: non si è nascosta, non ha nascosto a se stessa le sue debolezze. Nella sua mente ha detto: "Queste sono le mie debolezze e sono ok. Sono sempre io, sono sempre bellissima e non importa". Io ho capito che potevo sentirmi allo stesso modo anche io e che dovevo smettere di dare ascolto ai bulli".
L’applauso è stata un’ovazione. Sedute tra il pubblico, mamma Demi aveva gli occhi pieni di lacrime e la sorella Tallulah, chiamata in causa, pure. Tutti gli altri, i bulli che per anni l’hanno derisa e senza saperlo resa una donna migliore, si saranno sentiti piccoli e insignificanti. Davvero il miglior contrappasso. Brava Rummer, Chapeau.
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