Madre e figlia, separate dal nazismo, si abbracciano 70 anni dopo
In provincia di Reggio Emilia, madre e figlia si sono riabbracciate dopo settant'anni. Nata durante il nazismo, Margot Bachmann fu strappata dalle braccia della madre per essere cresciuta dalla famiglia del padre, un soldato tedesco che ha sempre nascosto la verità alla bambina.
Il nazismo le ha separate, madre e figlia hanno vissuto una vita lunga settant’anni senza sapere nulla l’una dell’altra, ma senza smettere mai di cercarsi, nella speranza, un giorno di ritrovarsi. Margot Bachmann è cresciuta in un paese vicino Francoforte, con suo padre, un soldato tedesco che le ha fatto credere che sua madre, una donna italiana di origini emiliane trasferita in Germania per lavoro nel 1944, fosse morta. In realtà quella madre era viva e, finita la guerra, era ritornata in Italia, decisa a cercare sua figlia, strappata dalle sue braccia che ancora era un batuffolo, appena nato. Una ricerca che, alla fine, ha dato i suoi frutti. Anche se ci è voluta una vita intera.
Le due donne, 92 anni la madre e 71 la figlia, si sono ritrovate e conosciute il 9 agosto 2015 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia grazie al lavoro dell'International Tracing Service (ITS) - il centro di documentazione, informazione e ricerca sulla persecuzione nazista, il lavoro forzato e l'Olocausto, fondato a Bad Arolsen in Germania, alla fine della seconda guerra mondiale e che tra i suoi scopi principali ha quello di riunire famiglie - e alla collaborazione della Croce Rossa Italiana.
Le ricerche sono partite alla morte del padre che per tutta la vita aveva cercato di nascondere la verità a Margot. “Ho iniziato la ricerca sperando di saperne di più - racconta all'Ansa Margot - ma non avrei mai immaginato di poter stringere tra le mie braccia mia madre. Sono così felice di averla trovata ancora in vita e così in forma nonostante la sue età. Anche lei ha vissuto tutta la vita pensando fossi morta quando ero ancora in fasce. Mio padre mi aveva proibito di cercarla, e ho iniziato a farlo solo lo scorso anno, dopo la sua morte e grazie al sostegno di mia figlia".
L’ITS si è messo al lavoro e dopo aver spulciato gli archivi alla ricerca di documenti, grazie al mandato internazionale per questo genere di ricerche, ha riunito una famiglia. "Oggi abbiamo assistito a un piccolo miracolo, non è usuale che madre e figlia si ritrovino a distanza di 70 anni. Spesso le riunificazioni avvengono tra fratelli perché ormai non ne restano molti dei sopravvissuti alla seconda guerra mondiale", commenta la portavoce della Croce Rossa Italiana, Laura Bastianetto, che ha assistito all'incontro. "Grazie a un lavoro congiunto che è durato un paio di anni, abbiamo potuto assistere a quell'abbraccio così commovente. Siamo stati fortunati perché la donna non si è spostata dal luogo di origine in tutti questi anni. Per questo motivo è stato possibile rintracciarla in tempi brevi. Ora che le due famiglie si sono riunite - conclude - saranno frequenti gli spostamenti tra Italia e Germania, hanno moltissimo da raccontarsi e siamo contenti che la madre, convinta di aver perso la propria figlia, possa invece recuperare il tempo perduto".
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