Trakatan: dal laboratorio allo show room passando per il carcere
Le borse "Trakatan" nascono a Torino: le confezionano Andrea Boffetta e Carlotta Sampò che hanno rilevato una storica pelletteria. Le serigrafano i carcerati della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno, Le Vallette. Le vendono gli show room di mezzo mondo, per lui e per lei.
Se Trakatan volesse dire qualcosa significherebbe (anche) riscatto. Anzitutto quello di Andrea Boffetta e Carlotta Sampò che quattro anni fa (correva il 2011) si sono inventati il marchio di borse e accessori in pelle che oggi sono esposti nelle vetrine di Tokyo, Shangai, Seoul e Firenze; poi quello dei detenuti della Casa Circondariale Lo Russo Cotugno, Le Vallette, di Torino che li serigrafano, uno ad uno, portando nel mondo il loro “essere dentro” e viceversa.
Trakatan, però, non significa niente. Ma anche tutto. È un gioco, Trakatan. E come tutti i giochi è serio e divertente, incastrato in regole e libero di cambiarle, fedele e spensierato. Uno dei giochi di Trakatan è trovare un significato a Trakatan: le storie che nascono sono fantasia pura condita d’ironia e un po' di verità. Ma il gioco delle borse Trakatan è lasciare che ciascuno ne trovi il senso, a seconda del proprio gusto. Per questo le amano le donne e gli uomini, i professionisti e gli studenti, i seri e i perditempo. Perché sono "qualcosa che ci si porta dietro dalla mattina a la sera, di città in città, e che contiene la propria vita".
La storia di Trakatan è una tipica storia del Made in Italy, fatta di coraggio, dedizione e artigianato. In principio fu Andrea Boffetta, oggi 40enne, un tempo grafico, che una sera di molti anni fa inizia a serigrafie i suoi vestiti sul pavimento di casa: esperimenti che gli amici prima apprezzano, poi comprano. Il gioco diventa un hobby, sempre più serio. Nel 2009 arriva Carlotta Sampò, oggi 33enne, ai tempi account in un’agenzia pubblicitaria con la passione delle borse di pelle. In testa ne aveva a centinaia: mancava solo dove, come e quando realizzarle. Carlotta e Andrea passano il tempo libero a immaginare progetti, disegnare modelli, ritagliare spunti.
L’occasione per giocare sul serio arriva nel 2011, quando Carlotta e Andrea si ritrovano a fare i conti con una scommessa grande così: lasciare le loro scrivanie che gli assicuravano uno stipendio (che di questi tempi è un mezzo miracolo) e rilevare una storica pelletteria torinese che distribuiva da più di mezzo secolo Made in Italy ai quattro angoli del mondo (che di questi tempi è l’altra metà del miracolo). Un’impresa coraggiosa, in piena crisi economica. Ma solo chi ha il coraggio di buttarsi, impara a volare.
Sanno che fare gli imprenditori è un gioco dannatamente serio: scadenze da rispettare, appuntamenti da non mancare, collezioni da presentare, stipendi da pagare, bilanci da approvare. Ci pensano, ci ripensano (ma non troppo) e alla fine decidono "con una buona dose di coraggio e pazzia": Andrea avrebbe messo la sua creatività, Carlotta la sua esperienza, tutti e due i loro sogni al servizio della realtà che glieli stava realizzando.
Tanto per incominciare si specializzano: partono per una full immersion in una bottega artigiana di Firenze dove i pellami si lavorano solo a mano, come una volta. Poi prendono contatti con la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno, Le Vallette di Torino dove un prete criminologo e illuminato aveva messo in piedi una comunità riabilitativa per insegnare un lavoro e far guadagnare due soldi a quei detenuti che prima o poi sarebbero usciti. E si sa che ritrovarsi da un giorno all'altro con il cielo sopra la testa e un mestiere in tasca rende tutto molto più semplice. Le borse di Trakatan, si sono detti Andrea e Carlotta, sarebbero state il meglio del Made in Italy: artigianali e innovative, disegnate, stampate e cucite a mano e con una storia da raccontare. Una storia fatta anche di riscatto.
"Entrare in carcere significa lasciarsi tutto alle spalle - racconta Carlotta -, lavorare con i carcerati significa confrontarsi con se stessi senza poter chiedere nulla a chi ti sta davanti. Significa insegnargli un’arte sperando che gli torni utile. Significa anche che ogni tanto torni e speri di non trovarli più". A Le Vallette, continua Carlotta, "Trakatan si stampa a piedi nudi, tutti insieme: i tessuti e le pelli si stendono nei lunghi corridoi sbarrati, e per il tempo che siamo lì c'è spazio anche per la creatività che emerge una texture dopo l'altra". Una creatività che in carcere è preziosa quasi quanto l'aria e che i detenuti hanno assimilato fin dal primo momento. Tanto che, quando Trakatan ha presentato una collezione ispirata ai tatuaggi dei detenuti russi, quelli de Le Vallette si sono messi all'opera stampandosi i loro sulle magliette da sfoggiare dentro. E poi fuori, insieme al mestiere.
Insomma, Trakatan è un marchio che racconta un gioco serio fatto di storie, ognuna diversa. Come le borse che diventano (anche) zaini, dove i manici diventano (anche) tracolle, per collezioni che non sono solo "contenitori di una vita che ci portiamo in giro" ma anche contenuti di tante vite che ci sono finite dentro prima di approdare in uno show room lontano. Con un riscatto grande così.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Come una volta
Il Made in Italy di Trakatan rispetta la tradizione artigiana dei pellami lavorati a mano, come una volta. S'ispira alle linee che hanno segnato epoche e ne sperimenta nuove forme e declinazioni: nella vita moderna anche un professionista può sentirsi uno scolaro del secolo scorso con la cartella di pelle.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Ispirazioni rubate
Le borse e gli accessori marchiati a fuoco Trakatan prendono forma da ispirazioni rubate all’arte, all’architettura, al design, al passato e alla vita quotidiana. L’intero processo, dall’idea al prodotto, avviene nel laboratorio che, per le serigrafie della pelle e del tessuto, si trasferisce in carcere.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Un secchiello in città
La linea "Filomena" rivisita il secchiello in chiave urbana. Ogni borsa Trakatan è realizzata con pelle conciata al vegetale che mantiene il suo aspetto originale e la sua morbidezza.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
A spalla o a tracolla
Le borse Trakatan sono pezzi unici prodotti in edizione limitata, cuciti a mano e per lo più tagliati al vivo che raccontano anche l'identità di chi le ha fatte e di chi le indossa. La linea "Lalla" di Trakatan si porta a spalla o a tracolla, a seconda di come gira il tempo, l'umore, l'esigenza.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
La nuova vita del marsupio
Chi l'ha detto che il marsupio è démodé? Trakatan lo rivisita, lo sposa su un fianco, lo veste di pelle e lo rende un accessorio cool, adatto a chi ha bisogno di avere sempre tutto a portata di mano.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Per tutte le taglie
Il borsone in canvas di cotone impermeabilizzato è anche uno zaino, adatto al viaggio o alla trasferta: morbido e capiente, elegante nel blu serigrafato in nero, con briglie in pelle è morbido e capiente. Per il minimo indispensabile la borsa a tubo, da portare a mano, in pelle.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Borsa o zaino?
Le serigrafie delle borse Trakatan, sono fatte dai detenuti della Casa Circondariale Lo Russo Cotugno, Le Vallette di Torino che aderiscono a un programma sociale di recupero. Con il passare degli anni, sono diventati esperti di una tecnica di stampa serigrafica artigianale.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
Per lui e per lei
Sdoganato dalle grandi Maison ormai stagioni fa, l'uomo con la borsa cammina per le strade di tutto il mondo portandosi in giro tablet, agende, quaderni e chi più ne ha, ne metta. Le borse Trakatan, dall'eleganza e il design minimale, sono perfette per lui quanto per lei.
Copyright foto: Trakatan/Marco Casino
La pochette
La pochette serigrafata a mano dalle linee semplici e senza tempo. Le texture grafiche danno personalità a un accessorio che va bene per lei come per lui, per una serata, per portare in giro tablet e simili o, perché no, da usare anche come beauty in valigia: è Trakatan, l'uso è il gioco del momento.
Copyright foto: Trakatan
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