La #Buona Scuola è legge: si debutta a settembre
Ottenuto il via libera dalla Camera, la riforma che va sotto il nome di Buona Scuola è legge: si debutta a settembre con 100mila assunzioni, i presidi-sceriffi, i piani triennali, gli stage e la valutazione costante. Il ministro Stefania Giannini twitta: "è l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola".
La Buona Scuola è diventata legge intorno a mezzogiorno del 9 luglio 2015, con 277 voti favorevoli, 173 contrari e 4 astenuti. In tempo per debuttare a settembre quando porterà tra i banchi le novità che hanno agitato le piazze d’Italia negli ultimi mesi. “Miliardi, non chiacchiere” ha commentato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, una volta ottenuto il via libera definitivo dal Parlamento. “Questo non è un atto finale - ha cinguettato su Twitter dove la discussione è accesissima - ma l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola”.
Il Governo ce l'ha fatta di nuovo: nonostante le proteste davanti a Montecitorio, alcune defezioni e voltafaccia, la riforma tanto cara al premier Renzi è passata. "Abbiamo restituito autonomia ai dirigenti scolastici e messo 3 miliardi a regime, il governo dimostra di ritenere strategico il settore dell'istruzione - ha commentato a caldo il ministro Giannini -. Le proteste? Quelle sono quasi organizzate, mentre il consenso è sempre individuale e io sono convinta che il consenso crescerà". Nel frattempo cerchiamo di fare chiarezza elencando i punti fondamentali.
Assunzioni
La novità più eclatante riguarda l’assunzione (a scaglioni) di 100mila nuovi professori che verranno smistati tra i posti comuni, in parte saranno assegnati al sostegno, e in parte al potenziamento dell'offerta formativa. Non arriveranno tutti insieme: "A settembre - spiega Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi intervistato da Skuola.net - entreranno nelle scuole solamente i 36.625 professori che andranno a coprire i posti disponibili e vacanti. Tutti gli altri verranno assunti nel corso dell'anno con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2015, ma con decorrenza economica dall'effettiva presa di servizio".
Programmazione triennale
Per capire chi entrerà in servizio e dove, le scuole dovranno stilare un piano triennale per individuare l’offerta formativa e le rispettive esigenze così da reperire nel territorio gli insegnanti necessari. Va da sé che nel 2015-2016, anche detto “anno di mezzo” ogni istituto dovrà "provvedere al Pof tradizionale di durata annuale e - spiega ancora Rembado - mettere a punto il Pof triennale”. Così da arrivare pronti il 30 giugno 2016, quando verrà il momento di chiamare gli insegnanti necessari a mettere a disposizione degli alunni le loro competenze. In futuro il piano verrà presentato pubblicamente entro il mese di ottobre all’inizio di ogni triennio.
Nuova offerta formativa
La tanto discussa “Nuova offerta formativa”, nelle slide del Governo è descritta così: “vengono potenziate Arte, Musica, Lingue, Discipline motorie, Diritto, Economia, competenze digitali, educazione alla cittadinanza”. Insomma, nelle aule entrerà l’universo mondo che fino ad oggi è stato il grande assente. Dei prof preposti a colmarlo - il cosiddetto "organico funzionale" - si è discusso altrettanto ma una vera codificazione non c’è stata, chiarisce Rembado. "Stiamo parlando di una cosa non ancora sperimentata - spiega - bisogna andare un po' più in là per non cadere in pregiudizi o luoghi comuni prima che possano essere sperimentate le nuove modalità di organizzazione del lavoro". Quello che è certo è che i prof verranno inquadrati tutti con lo stesso contratto.
Il preside-sceriffo
Chi vedrà rivoluzionato il proprio ruolo sarà il preside, più volte e da più parti definito “il preside-sceriffo” in virtù del fatto che dovrà garantire un’efficace ed efficiente gestione della scuola. Anzitutto i compiti più discussi dalle piazze: valutare (e in caso premiare) i neo immessi in ruolo dopo essersi consultato con il Comitato di valutazione e sulla base di criteri generali stabiliti dal ministero dell'istruzione e, dal 2016, scegliere i docenti da assumere pescandoli dagli albi territoriali e affidandogli un incarico triennale. Inoltre contribuirà - insieme agli organi collegiali - ad individuare percorsi formativi e iniziative per l'orientamento e la valorizzazione delle eccellenze; e nominerà fino al 10% di insegnanti come suoi collaboratori, ridurrà le classi troppe numerose (non si sa bene come sarà fatta la redistribuzione) e assegnerà le supplenze fino a 10 giorni. Il tutto non senza essere valutato a sua volta: ogni tre anni il suo operato verrà messo sotto esame.
Curriculum, scuola e lavoro
La scuola non sarà più uguale per tutti nella misura in cui ogni studente del triennio dell’istruzione superiore potrà personalizzare il proprio curriculum seguendo materie opzionali (con ore aggiuntive o sfruttando la quota della flessibilità oraria prevista dall’autonomia) e sarà chiamato a svolgere stage nel mondo del lavoro che potranno essere fatti anche all’estero e perfino durante le vacanze: 400 ore negli istituti tecnici e professionali, 200 nei licei.
Scuole aperte d'estate
Le vacanze estive non svuoteranno più gli istituti: enti e onlus del terzo settore potranno trasferire nelle aule attività ricreative, culturali e di servizio. Va da sé che saranno responsabili della loro sicurezza.
La Carta dell’insegnante
Se da un lato agevolerà all’insegnante fino a 500 euro l’anno da spendere per l’aggiornamento - acquistando libri, riviste, spettacoli teatrali, e altro -, dall’altro, la Carta dell’insegnante servirà a monitorare la formazione obbligatoria, permanente e strutturale a cui dovrà attenersi.
Donazioni e detrazioni
In cambio di agevolazioni fiscali, chiunque potrà donare fino a 100mila euro l’anno alle scuole, chi manda i figli nelle paritarie potrà avere detrazioni fino a 400 euro l’anno.
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