Ebola: l'Oms ritardò l'annuncio per non colpire le economie dei paesi coinvolti

Associated Press rivela che l'Organizzazione Mondiale della Sanità era a conoscenza della gravità dell'epidemia di Ebola ma preferì rimandare l'allerta per non condizionare le economie dei paesi coinvolti. 

L'Oms, secondo l'Associated Press, rimandò di sessanta giorni l'allerta su Ebola per non inimicarsi i paesi coinvolti condizionandone l'economia.


L’annuncio su Ebola fu ritardato per non condizionare leeconomie. La rivelazione choc arriva dall’Associated Press che ha indagato suiprimi  episodi dell’epidemia rivelandoche già nei primi giorni dello scorso giugno il virus colpì duramente la Guineacostringendo all’evacuazione dei lavoratori stranieri e registrando il piùgrave episodio in termini di vittime.  Lacomunicazione  ufficiale sulla realeportata del virus arrivò, però, solo due mesi dopo

Perché posticipare? Cosaaccadde davvero? L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che la causa del ritardo fu una mancanza di informazioni e, soprattutto, che l’assenza di risorse sulcampo non permise di capire prontamente la gravità della situazione. Diversissima l'opinione di AP che, documenti (segretissimi) alla mano, dimostra che i vertici di Oms furono prontamente informati ma preferirono rimandare le comunicazioni per non inimicarsi i paesi coinvolti incidendo duramente sulla loro economia. 

Quante vite umane è costato questo ritardo? In una mail del giugno 2014 la direttrice del dipartimento malattie pandemiche ed epidemiche Sylvie Briand preferì invitare alla calma i colleghi che proponevano un annuncio immediato sostenendo che l'ufficializzazione dei rischi rappresentava "l'ultima spiaggia" e che, per il momento, era preferibile utilizzare "altri mezzi diplomatici"Identica, evidentemente, fu l'opinione delladirettrice generale dell’Oms Margaret Chan che, il 10 di giugno, ricevette una relazione molto dettagliata sull'epidemia nella quale si sosteneva, tra l'altro, che Ebola  sarebbe comparsa presto anche in Mali, Costa d'Avorio e GuineaBissau. 

Parola d'ordine: nessuna comunicazione. PerchéPerché, si legge ancora, dichiarare l'emergenza o addirittura creare un comitato avrebbe potuto essere considerato un "atto ostile". Critico, ai tempi, fu Michael Osterholm, esperto di malattie infettive dell’Università delMinnesota che, con una metafora quantomai calzante, sostenne che posticipare l'allerta sarebbe stato come "non chiamare i vigili del fuoco per evitare che gli autocarri possano creare disturbo".  

Evidentemente, però, così fu deciso e il resto è la drammatica cronaca che tutti conosciamo.



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