Lagarde: contro le donne un'insidiosa congiura che costa 9mila miliardi

Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, si sfoga sul blog commentando i dati dell'ultimo studio sui costi economici del sessismo che sottrae all'economia 9 mila miliardi di dollari. Anche Patricia Arquette, dal palco degli Academy Awards aveva lanciato il suo anatema.     

Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha denunciato un'insidiosa congiura contro le donne.


Che le donne guadagnino meno, siano meno rappresentate e, in generale, facciano il doppio della fatica a fare carriera non è certo un mistero. Se però a denunciare "l'insidiosa congiura" contro il gentil sesso è una come Christine Lagarde che di mestiere fa la direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi) - naturalmente è la prima donna ad occupare quella poltrona - allora fa tutto un altro effetto. L'exploit arriva da un post pubblicato sul blog della Lagarde a corollario dell'ultimo studio dell'Fmi sui costi economici del sessismo e non usa mezzi termini: "in troppi Paesi - scrive - le restrizioni legali cospirano contro le donne per impedirci di essere economicamente attive. In un mondo che ha tanto bisogno di crescita, le donne possono dare un contributo, se solo hanno di fronte a sé delle pari opportunità e non una insidiosa congiura". 

 
D'altra parte i numeri della ricerca lasciano poco spazio all'interpretazione: "in più di 40 nazioni, tra cui molto ricche e avanzate, si perde più del 15% della ricchezza potenziale, per effetto delle discriminazioni contro le donne". Tanto per farsi un'idea, se ci fossero più donne al lavoro il Pil italiano crescerebbe esattamente del 15%, quello degli Stati Uniti del 5%, quello giapponese del 9% e quello dell'Egitto del 34%. 

Perché non c'è Stato al mondo immune dal sessismo. "Quasi il 90% dei Paesi prevede almeno una restrizione importante sul piano legislativo - scrive Lagarde -, e alcuni ne hanno molte. Queste restrizioni possono andare dal permesso del marito richiesto alle donne per poter lavorare, alle leggi che impediscono alle donne l'accesso a determinate professioni. Altre limitano la possibilità delle donne di possedere qualcosa, o di ereditare, o chiedere un prestito".

Insomma, a causa di ingiuste restrizioni, mancate agevolazioni, leggi discriminatorie e tendenze culturali dure a morire - sono ancora troppo poche le donne che si dedicano a mestieri considerati feudi maschili -, l'economia del mondo perde (o meglio, non incassa) 9mila miliardi di dollari. Tanti ne potrebbe far girare il sesso che di gentile ha solo l'aspetto.  

Basti vedere l'energica arringa lanciata da Patricia Arquette dal palco degli Academy Awards che ha denunciato come negli Stati Uniti una donna guadagni mediamente l'85% di un suo collega maschio scatenando una standing ovation tra il pubblico (soprattutto quello femminile). 

Va da sé, che la Lagarde non ha nulla contro gli uomini e nel post ci tiene a mettere le mani avanti per prevenire le eventuali critiche maschiliste: "Il nostro studio sottolinea come l'introduzione di una maggiore equità nei diritti di proprietà o nella ricerca della realizzazione professionale non avviene a spese dell'occupazione maschile". L'importante è mettere fine a quest'insidiosa congiura per fare il mondo più bello. 


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