Spyware: quando l'amore finisce in tragedia
Non mettete la tecnologia tra moglie e marito. S’è cominciato spiando l’elenco delle telefonate fatte e ricevute e spulciando gli sms. Poi sono arrivati i social network: il 40% per cento dei divorzi, dicono gli avvocati matrimonialisti italiani, si deve a tradimenti cominciati (e poi scoperti) grazie a Whatsapp prima ancora che Facebook. Infine è arrivato lo smartphone, strumento raffinato, capace di registrare la posizione e gli spostamenti del suo proprietario e dotato di macchina fotografica e registratore. Non c’è voluto molto per farne lo strumento perfetto dello spione casalingo, e per creare un un fenomeno che ora sta diventando preoccupante. In Gran Bretagna c’è chi ha fatto i conti: secondo Woman’s Aid il 41% delle vittime di violenza domestica ha lo smartphone sotto controllo. Digital Trust, associazione che aiuta le donne vittime di stalking online, alza la quota oltre il 50%.
D’altra parte bastano meno di 70 euro per scaricare spy software che leggono i messaggi, registrano le telefonate, fotografano lo schermo, tracciano gli spostamenti all’insaputa del proprietario del telefono e, in qualche caso, addirittura consentono vere e proprie intercettazioni ambientali. “È un fenomeno in crescita esponenziale, e purtroppo la polizia spesso non ha nè i mezzi nè le competenze per capire le conseguenze di questi comportamenti”, spiega Polly Neate, responsabile di Women’s Aid al The Independent. Risultato: gli spioni sono sempre di più perché la gelosia è una brutta bestia e solo di rado la legge riesce a punirli come meriterebbero.
Vero è che le applicazioni-007 sono state pensate per controllare e proteggere i figli o per verificare che i lavoratori rispettino il contratto con l’azienda che li paga - intenti buoni anche se discutibili -; di certo non per fomentare la gelosia di mogli, mariti e amanti. Eppure la scusa di proteggere i bambini è la più gettonata tra le tante usate per convincere il proprio compagno a installare un’app per investigatori fai da te. Per non parlare di chi, invece, approfitta del Natale o del compleanno per regalare alla sua dolce metà un ultimo modello con le antenne già accese, naturalmente senza dirlo. Tant’è: l’indagine di Woman’s Aid rivela che il download degli spy software ha assunto “proporzioni epidemiche”, e il timore è che gli episodi violenti crescano di pari passo con il contagio. Anche perché la violenza ha mille facce e strumenti del genere permettono di esercitare pressioni psicologiche fortissime. Tipo quelle dell’investigatore (o dell’investigatrice) improvvisato che sfoga la sua frustrazione spedendo dall’account dello spiato email imbarazzanti ad amici e colleghi con l’obiettivo di distruggerne la vita sociale e professionale.
Procurarsi un investigatore portatile è meno difficile che sceglierlo, ci si perde in una giungla di descrizioni che lasciano poco spazio al dubbio. C’è, per esempio, Flexispy: “Tua moglie o marito ti tradisce? Per il bene della tua salute mentale e fisica hai diritto di sapere se il tuo partner è irresponsabile. Spia il suo cellulare per scoprire i suoi segreti”. Al di là delle implicazioni legali - il rischio di violare la legge è concreto -, varrebbe la pena di riflettere anche su ciò che succede una volta che i segreti vengono svelati.