Cos'è la fototerapia?

La fototerapia, o terapia della luce, viene usata per curare la depressione stagionale. Di cosa si tratta? Ce lo spiega il Prof. Andrea Fagiolini dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

La fototerapia utilizza la luce per curare la depressione.


L'arrivo della primavera, con le sue giornate sempre più lunghe e sempre più miti, è un toccasana per l'umore. No, non è un luogo comune. La luce del sole ha un vero e proprio potere terapeutico, e viene usata anche in campo medico per curare diversi disturbi, come la depressione stagionale. In che cosa consiste esattamente la terapia della luce, chiamata anche fototerapia? L'abbiamo chiesto al Prof. Andrea Fagiolini, direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale e della Psichiatria Universitaria del Policlinico di Siena*.

Come funziona la fototerapia?

La terapia della luce è un trattamento non invasivo, la cui efficacia contro la depressione stagionale è stata dimostrata scientificamente.
Sebbene i meccanismi esatti con i quali la luce e la fototerapia producono i loro effetti sugli organismi viventi non siano ancora completamente noti, sappiamo che la stimolazione luminosa passa attraverso gli occhi (ma recenti studi hanno dimostrato che anche la pelle svolge un ruolo in questo processo) e arriva alle zone cerebrali come l’epifisi (o ghiandola pineale), regolando la secrezione della melatonina. Biologicamente l’epifisi deriva da un organo presente in quasi tutte le specie. Nei vertebrati superiori come i mammiferi, tra cui l’uomo, la risposta alla luce è mediata da alcune strutture nervose, primariamente la retina (parte dell’occhio), che trasmettono le informazioni sui segnali luminosi all’epifisi e controllano la sintesi e la secrezione della melatonina. 

Il Prof. Andrea Fagiolini, direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale e della Psichiatria Universitaria dell'AOU Senese.

La teoria più accreditata sul funzionamento della terapia della luce è proprio legata alla sua influenza sull'epifisi e alla possibilità che una luce a 2500 lux (l'unità di misura dell'intensità della luce in fototerapia) sospenda la secrezione di melatonina. È verosimile che, tramite la melatonina, la luce agisca poi sul rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina e sul riequilibrio del sistema immunitario ed endocrino. Al tempo stesso la somministrazione di luce ad ampio spettro contribuisce alla regolazione del ritmo veglia-sonno.
Il range terapeutico va da 2500 a 10000 lux, corrispondente ad un’intensità di 25 -100 volte maggiore rispetto alla luce di un ambiente interno illuminato artificialmente.

In cosa consiste una seduta di fototerapia? 

Di norma le sedute sono effettuate ad occhi aperti, non necessariamente diretti verso la fonte luminosa, preferibilmente in autunno o in inverno ed in presenza (o previsione) dei primi sintomi della depressione stagionale. È opportuno porre la lampada ad un livello superiore agli occhi. Sembra infatti che la terapia della luce abbia una maggiore efficacia quando l’illuminazione viene dall’alto, e in effetti la natura ci ha “programmati” per ricevere la luce dal cielo.
Più indicate per l’esposizione sono solitamente le prime ore della giornata per un  tempo di esposizione variabile a seconda dell’intensità: se la lampada irradia solo 2500 lux, saranno necessarie 2 ore di esposizione; se la luce è di 10000 lux, basteranno 30 minuti.

Quante sedute ci vogliono per ottenere dei risultati?

Di solito i primi segnali di miglioramento della sintomatologia depressiva si registrano già nel giro di 4 o 5 giorni, ma il trattamento va mantenuto di norma per almeno 7 -14 giorni. I cicli di 7 giorni vengono spesso ripetuti nel tempo e molti pazienti decidono di effettuare un’esposizione al giorno, per tutto l’inverno.

Quali sono i benefici di questa terapia?

La fototerapia è efficace soprattutto nei casi di depressione stagionale. È un trattamento efficace e potente, da solo o in combinazione con una psicoterapia o una terapia farmacologica. Può essere utile anche per prevenire (oltre che curare) la depressione stagionale: il paziente può cioè utilizzarla all'inizio dell'autunno prima che la progressiva riduzione della luce provochi la malattia. È un trattamento relativamente sicuro, che può essere usato anche negli anziani o nelle donne in gravidanza

A chi rivolgersi per effettuare questa terapia?

Diverse cliniche psichiatriche, come la nostra, propongono la fototerapia. Alcuni pazienti decidono poi di comprare una lampada adatta a questa terapia, in modo da poterla fare a casa, in modo indipendente. Il costo delle lampade varia tra i 50 e i 300 euro. Prima di iniziarla, è comunque bene sentire sempre un medico, per verificare che non esistano controindicazioni. 

Quali sono le controindicazioni?

Sono tutte le condizioni mediche per le quali sia necessario evitare l’eccessiva esposizione alla luce naturale (glaucoma, degenerazione maculare, retinite pigmentosa...) o l’assunzione di farmaci o erbe (come l’iperico o Erba di San Giovanni, il metotrexato, la clorochina, certi antibiotici...) per i quali siano noti effetti fototossici o un rischio di porfiria. La terapia della luce è sconsigliata anche in presenza di sintomi quali agitazione, irritabilità, insonnia, accelerazione del pensiero o altri sintomi maniacali. In caso di comparsa dei sintomi di cui sopra in un paziente che stia già ricevendo la terapia della luce, sarà necessario interrompere il trattamento. È inoltre indispensabile che la lampada abbia il più alto livello possibile di blocco dei raggi ultravioletti e che le persone ad alto rischio di tumore cutaneo (ad esempio melanomi) si espongano alla lampada solo dopo averla fatta esaminare dal dermatologo e previa applicazione di una crema ad adeguato fattore protettivo. 

Ci sono dei possibili effetti collaterali?

Gli effetti collaterali più frequentemente riportati sono il fastidio agli occhi (19%), cefalea (13%), irritabilità (6%), nausea (7%), e sudorazione (6%). Questi effetti sono in genere leggeri e legati ad un’esposizione eccessiva alla luce. Nella maggior parte dei casi, si tratta di fastidi ben tollerati ed eliminabili diminuendo il periodo o cambiando l’orario di esposizione. Bisogna tenere ben presente che la fototerapia costituisce un trattamento sanitario relativamente potente, e come tale deve essere effettuato sotto consiglio e supervisione dello psichiatra specialista, che saprà applicare la corretta metodologia per questa terapia e valutarne l’idoneità per la cura del paziente.


Copyright foto: Istock / AOU Senese

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