Artrite psoriasica: sintomi e cura

L’artrite psoriasica è una patologia che colpisce tra il 5 e il 3% dei soggetti (tra i 30 e i 50 anni) che già presentano una qualunque forma di psoriasi.

Sintomi

L’artrite psoriasica è una malattia cronica delle ossa e delle articolazioni che tende ad evolvere in diversi anni, manifestandosi attraverso un’infiammazione delle articolazioni. Quest’ultime, in caso di artrite psoriasica, tendono ad aumentare di volume e sono luogo di violenti dolori. L’artrite psoriasica può colpire tutte le articolazioni, ma le dita delle mani e quelle dei piedi risultano essere tra le articolazioni più colpite da questa forma di psoriasi. Trattasi di una patologia che può risultare molto invalidante e irreversibile, in quanto le articolazioni localizzate tra le falangi delle estremità delle dita non risultano più funzionare.

I pazienti affetti da artrite psoriasica manifestano, all’inizio della patologia, lesioni cutanee ancor prima di manifestare lesioni articolari. Solo 10% dei casi presenta dolori articolari prima delle lesioni cutanee, mentre il 20% dei pazienti può manifestare entrambi i sintomi allo stesso momento.

Diagnosi

La diagnosi dell’artrite psoriasica è da attuarsi basandosi su eventuali altre forme di psoriasi presentate dal soggetto. Non vi è relazione tra il tipo di psoriasi (al cuoio capelluto o nella zona dell’inguine) e l’insorgere dell’artrite. L’artrite psoriasica può essere confusa con la gotta, anche se in questo caso è il tasso di acido urico che costituisce un elemento diagnostico differenziale, poiché in caso di gotta l’uricemia è più alta. In fase avanzate, l’artrite psoriasica è diagnosticabile attraverso l’osservazione di deformazioni delle articolazioni: noduli, deformazione della falange ungueale.

Cura

Il trattamento dell’artrite reumatoide è materia di studio di diversi specialisti: reumatologo, dermatologo, specialista nella rieducazione funzionale, chinesiterapista e anche il medico di base, che ha in cura il paziente. La cura si basa su un’azione mirata ad alleviare i sintomi, diminuendo i dolori, senza costituire il trattamento di fondo della malattia. I trattamenti farmacologici dei dolori comprendono l’uso di analgesici e antinfiammatori non steroidei (FANS), tutti mirati rallentare il processo evolutivo della malattia, senza però farla scomparire totalmente. In caso di dolori insopportabili e resistenti al trattamento analgesico, è possibile che vengano proposte infiltrazioni di cortisone.

La sinoviortesi permette di iniettare un prodotto (chimico o radioattivo) nella membrana sinoviale dell’articolazione colpita. In aggiunta a queste cure farmacologiche la chinesiterapia e la rieducazione funzionale consentono di alleviare i dolori e di mantenere viva la mobilità, senza arrecare ulteriori danni. A questo fine, anche l’analgesi termica, composta dall’utilizzo di caldo e freddo, permette di ridurre i dolori.

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