Darkest Hour: dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna
L’ora più buia, di Joe Wright, è il racconto dei primi giorni del mandato come Primo ministro della Gran Bretagna di Winston Churchill, durante le minacce dell’occupazione nazista al Regno Unito.
Darkest Hour è il film per cui probabilmente Gary Oldman vincerà l’Oscar per la sua interpretazione. La pellicola, però, ci mostra due cose fondamentali: la prima è che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, la seconda è che la strada verso i riconoscimenti dell’Academy è lastricata dai drastici cambiamenti corporei degli attori.
Partiamo dal film. Gary Oldman interpreta magistralmente il Primo ministro inglese Winston Churchill, nel modo più goffo e sfrontato possibile, con tutto il suo essere burbero, il parlare strano, ma ne esalta anche lo spirito caparbio, in grado di salvare l’Inghilterra dal predominio nazista. Nei primi giorni della sua elezione Churchill si ritrova a dover gestire la ritirata delle truppe britanniche dalla Francia, attraverso il porto di Dunkirk, unica città rimasta sotto il controllo inglese. Per salvare oltre 300.000 uomini deve sacrificarne 3000, una legione che, di stanza a Calais, riesce a contenere l’avanzata nazista e dà modo così a più battaglioni possibili di rifugiarsi a Dunkirk. Evento che ritorna due volte al cinema quest’anno - non dimentichiamoci Dunkirk, diretto da Christopher Nolan -, e che in Darkest hour mostra tutta la sua centralità nella storia di Churchill. Ciò che il film ci mostra però è quanto un uomo carismatico come il Primo ministro sia appoggiato dalla moglie, una donna ancor più carismatica.
Interpretata magistralmente da Kristin Scott Thomas la signora Churchill è la persona che appoggia il marito, che lo conforta nei momenti di difficoltà spronandolo a dare il meglio di sé. Inarrestabile, ha sacrificato tutto per suo marito, così come hanno fatto i suoi figli. Centrale è una battuta della Thomas “alle donne non piace venire dopo nessuno”, ma lei, sposandolo, ha accettato di venir dopo la vita pubblica e politica del marito.
La buona riuscita del film è da annoverare non solo all’ottimo lavoro registico di Joe Wright, ma anche all’interpretazione straordinaria di Gary Oldman. Solo guardandolo negli occhi capiamo che è lui, per il resto nel film si trasforma nella copia perfetta di Churchill. Non si tratta di un semplice lavoro di trucco e make-up estremo: l’intonazione, la voce, tutto riconduce a Churchill, motivo per cui Oldman verrà sicuramente candidato alla corsa verso il massimo riconoscimento del cinema hollywoodiano, l’ambita statuetta degli Oscar.
Ma chi prima di lui è stato nominato, e ha vinto, per una trasformazione così radicale? Una donna, Charlize Theron, che per Monster (diretto da Patty Jenkins, la regista di Wonder Woman) si è completamente trasformata rendendosi irriconoscibile. È dunque questa la strada verso il successo? Non ci resta che aspettare febbraio per vedere se la sorte sarà favorevole anche a Gary Oldman.
Il film arriverà nelle sale italiane dal 18 gennaio.