Tradire è biologico: il miglior antidoto è l’amore
Secondo le teorie degli antropologi evoluzionisti, tradire è una necessità biologica per l'ottimizzazione della riproduzione. Il miglior antidoto è l'amore, in grado di orientare la coppia alla condivisione.
L’adulterio è una necessità biologica, dicono alcuni antropologi americani e psicologi dell’evoluzione. Il tradimento, precisa Helen Fisher, ricercatrice dell’American Museum Natural History di New York e capofila della teoria, è inscritto nella natura dell’uomo e le ragioni vanno ricercate nell'esigenza genetica di ottimizzare la riproduzione. Tuttavia, secondo quanto emerso dal simposio di psichiatria di Vienna del 2015, ci sarebbero alcuni uomini più di altri inclini al tradimento e queste ragioni, invece, sono inscritte nel Dna. A scatenare la voglia di novità, in ogni caso, sarebbero sempre gli ormoni: testosterone e dopamina, ovvero virilità e curiosità.
L'amore, l'antidoto del tradimento
La buona notizia, però, è l’antidoto è l’amore, naturalmente declinato in senso scientifico (sapevate che per la scienza l'amore non esiste?): se la poligamia è funzionale all’evoluzione della specie, la monogamia è fondamentale per la sua crescita e se il testosterone spinge al di fuori della coppia, l’amore riporta ciascuno al proprio posto. A differenza del mondo animale, però, dove la fedeltà è sinonimo di collaborazione nell’accudimento dei piccoli, tra uomini e donne le cose sono un po’ più complesse e per scongiurare il tradimento non basta avere dei figli. Anzi.
Il tradimento? Una scelta
Tutti, prima o poi, hanno tradito il partner. Anche solo con il pensiero. Ed ecco il cuore della questione: tradire è una scelta. E pure in quest’ottica, la scienza ha il suo esponente, ancora una volta una donna. Nel libro The Male Brain (Il cervello dell'uomo) Louann Brizendine, psichiatra, docente all'Università della California e direttrice della Women's Mood and Hormone Clinic di San Francisco, sostiene che l’inclinazione maschile a guardare le altre donne sia determinata dalla sua natura di “osservatore” e non di fedifrago.
Sia come sia, sono tutti unanimi nel sostenere che la principale molla al tradimento è il disamoramento, la fine dell’amore, quel procedimento più o meno consapevole che scatta nella mente di un uomo o di una donna ad un certo punto della relazione. Il fatto è che l’onestà intellettuale, in questi casi, gioca brutti scherzi e spesso, invece di ascoltare l’intelligenza emotiva e affrontare la crisi di coppia, si preferisce la strada più semplice: cercare altrove ciò che non si trova più a casa. Sono i casi in cui - se il tradimento non viene scoperto o viene superato (leggi come fare a riuscirci) - la scappatella può anche trasformarsi in un’esperienza di crescita, magari pure di consolidamento dell’unione ufficiale. Di certo, però, non contribuisce alla costruzione della fiducia e della complicità, elementi fondamentali per l’amore eterno. Insomma, se infedeli si nasce, fedeli lo si può diventare: basta trovare l’amore e poi tenerselo stretto, nutrendolo giorno dopo giorno come fanno gli uccellini l'uno con l'altro.