Cannes 2017, Monica Bellucci: l’icona femminista chiude la kermesse

Monica Bellucci madrina del Festival di Cannes chiude la 70esima edizione con un altro bacio e un augurio: "Spero che più registe trovino lo spazio qui".

Monica Bellucci madrina della 70esima edizione del Festival di Cannes.

Madrina a Cannes 2017, Monica Bellucci chiude la 70esima edizione della kermesse con lo stile con cui l’aveva aperta: un concentrato di femminilità ed eleganza senza fronzoli. L’aveva inaugurata con un tango appassionato con immancabile bacio mozzafiato all’attore e ballerino Alex Lutz, l’ha congedata con un altro bacio, questa volta al regista Pedro Almodóvar, dopo averlo chiamato sul palco definendolo “maschile, femminile, geniale”. Lui, “molto contento”, ha incassato il bacio che ha suggellato la kermesse all’insegna dei temi scottanti della contemporaneità e con un occhio poi riguardo per le donne.

Ma andiamo con ordine: fasciata di nero, nel suo monologo di chiusura di una settimana segnata non solo dalle proiezioni ma anche dalle notizia di cronaca, del terribile attentato al concerto di Ariana Grande, Monica Bellucci ha ricordato come “l’amore per il cinema e l’arte permette alle nostre coscienze di parlare della violenza del cinema, dei famosi scandali di Cannes, ma se pensiamo a quello che accade oggi, niente è più violento della realtà. Il cinema è lo specchio nel quale si riflettono luci e ombre: è come se il cinema potesse guarire le nostre ferite”. Allo stesso modo, il cinema può aprire nuovi scenari e, a proposito, la Bellucci si è trasformata in una vera e propria icona femminista, come già fece Patricia Arquette alla cerimonia degli Oscar 2015. “Spero che più registe trovino lo spazio qui, il mio ruolo di donna e di madrina mi costringe a ricordarvi due modi di dire: Fatte attenzione a non far piangere le donne perché Dio conta le loro lacrime, ma anche quando una donna prepara qualcosa il diavolo si siede e prende appunti”.

Un discorso che si è rivelato profetico, visto il gran numero di donne premiate dalla giuria presieduta da Almodóvar e composta dalla regista tedesca Maren Ade, dall’attrice e regista francese Agnès Jaoui, dalla cinese Fan Bingbing, dall’italiano Paolo Sorrentino, dal coreano Park Chan-Wook, dalle star di Hollywood Will Smith e Jessica Chastain e dal compositore francese Gabriel Yared. Tra i premiati, infatti, c’è Sofia Coppola, prima regista donna a ricevere una Palma con il suo L’inganno, c’è la sceneggiatrice Lynne Ramsay (premiata per You were never really here), c’è Diane Kruger miglior attrice in Aus dem nichts e c’è Nicole Kidman insignita del Premio Speciale. Insomma, a parte la Palma d’Oro andata a The square di Ruben Östlund, le donne hanno lasciato il segno. Per dirla con le parole di Will Smith, "La prossima volta ci occuperemo del colore della pelle e delle minoranze. Del resto io sono fiero delle mie radici e del cinema africano. Ma per stasera va bene così".

 

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