Le molestie sessuali di Donald Trump? Se ne discuterà in tribunale
Donald Trump citato in giudizio per diffamazione: Summer Zervos, ex concorrente di The Apprentice" che lo aveva denunciato per molestie sessuali ha richiesto la documentazione relativa alla decina di presunte vittime del Presidente.
Negli Stati Uniti travolti dallo scandalo di Harvey Weinstein, ora è il turno del Presidente Donald Trump, citato in giudizio da Summer Zervos, l'ex concorrente del reality The Apprentice (ai tempi condotto da Trump) che dopo averlo accusato di molestie sessuali, lo ha denunciato per diffamazione per averle dato della bugiarda e, nel portarlo in tribunale, si avvarrà delle donne che hanno vissuto la sua stessa epopea. “È lui il bugiardo, bugiardo e misogino” aveva dichiarato per bocca del suo avvocato, Gloria Allred - esperta di diritti delle donne e attivista del partito democratico - in una conferenza stampa a Los Angeles, quando, lo scorso gennaio aveva reso pubblica la sua battaglia.
I fatti: è il dicembre 2007, quando, secondo la Zervos, Donald Trump la baciò senza il suo consenso nell’ufficio di New York e, qualche tempo dopo, la palpeggiò in un hotel di Beverly Hills, dove l’ex concorrente era stata convocata per discutere le opportunità di lavoro. Le dichiarazioni - che il presidente rimandò al mittente definendola “falsa e ridicola”, “malata” e in cerca di “fama, denaro o politica” e creando coì le basi per essere denunciato per diffamazione - furono poi seguite a stretto giro dall'audio pubblicato da Access hollywood che fece traballare la corsa presidenziale. Quello del 2005, in cui il tycoon, ignaro di essere registrato, dichiarò: "Quando sei una star, le donne te lo lasciano fare. puoi fare ogni cosa. Afferrarle nelle parti intime, ovunque". Uno scandalo che fece un gran polverone e convinse una decina di altre donne ad accusare l'aspirante presidente di molestie e abusi. Ebbene, come si apprende solo ora, a marzo la legale della Zervos le ha richieste, messe insieme e le allegherà al procedimento in Tribunale.
Mentre secondo i legali del Presidente le accuse sono "politicamente motivate" e il procedimento "non ha alcun merito legale" ed è quindi destinato a risolversi velocemente, stando a quanto ribatte l'accusa "questo caso non concerne un dibattito politico, né la Zervos era un avversario politico o un commentatore politico ingaggiato dall'opposizione". Anzi, "Il convenuto ha usato la sua fama e il suo potere per abusare della nostra assistita una seconda volta".
Giudizi che non solo l’hanno ferita, ha dichiarato la Zervos, ma le hanno anche creato un danno economico. E non solo a lei, dal momento che, a suo dire, l’atteggiamento di The Donald ha “consapevolmente, intenzionalmente e maliziosamente gettato ognuna di queste donne sotto un pullman”. Tra loro ci sarebbero Jessica Leeds - molestata in aereo - e Rachel Crooks, che nel 2005 il tycoon provò a baciare contro la sua volontà in un'ascensore.
D’altra parte, prima di rivolgersi al Tribunale di New York, la 41enne si era sottoposta (con successo) alla macchina della verità e aveva lasciato la possibilità a Trump di fare un passo indietro e chiudere la faccenda senza mettere di mezzo gli avvocati. Visto il silenzio, però, il neoeletto Presidente “mi ha lasciato senza alternative se non quella di citarlo in giudizio per rivendicare la mia reputazione”.
Il gioco, a questo punto, si fa duro e come insegna il caso Lewinsky-Clinton, gli americani mal sopportano le bugie. Dettaglio che la querela della Zervos sottolineava nero su bianco: “È stato Donald Trump a mentire (alla nazione, ndr) quando ha negato la sua condotta predatoria contro Summer Zervos, deridendola e sostenendo che la nostra assistita abbia diffuso una menzogna con il solo scopo di cercarsi pubblicità”.