Emily VanCamp: intervista alla fidanzata di Captain America

Interpreta Sharon Carter, l’Agente 13 che ruberà il cuore di Cap in Captain America: Civil War, ma nella vita di tutti i giorni Emily Irene VanCamp è una ragazza acqua e sapone con origini fiamminghe ed irlandesi, che si è ritrovata dal mondo delle serie tv (era la vendicativa protagonista di Revenge) all’universo Marvel. Il Magazine delle Donne l'ha incontrata a Londra.

"È stato un grande salto, più che altro perché le dimensioni del set e della troupe sono diverse. Subito dopo aver girato Revenge sono entrata a far parte del mondo Marvel. Ricordo ancora quando ho fatto il provino, la mia agente era una gran fan dei fumetti, ed era esaltata dal ruolo per cui mi stavano valutando, quello di Sharon appunto. Io non la conoscevo, poi mi sono documentata e devo dirvi che me ne sono innamorata subito, è un personaggio forte, un modello da seguire". 

"È stato un vero gentiluomo, come tutti i colleghi sul set, mi hanno subito accolto e fatto sentire a casa. Non si sono mai comportati come 'star' in maniera fredda e distaccata, anzi, ogni giorno era una festa".

"Non solo Sharon ma anche Peggy Carter, che nel film è la zia del mio personaggio, sono modelli forti da seguire. Peggy è stato il grande amore di Captain America ancor prima che diventasse un super soldato ed era semplicemente Steve Rogers, ed è stata inoltre una delle prime donne a combattere in prima linea. Non una damigella da salvare, ma una che si salva sa sola. Sharon si ispira molto a lei ed è un messaggio per le nuove generazioni, prendere esempio dalle forti figure femminili che ci hanno preceduto".

"Io ero emozionantissima, elettrizzata! Quando gli ho telefonato mi hanno risposto qualcosa tipo, 'siamo felici per te' ma non avevano la minima idea di cosa stessi parlando. Quando sono andati a vedere il film all’uscita erano esterrefatti. La potenza dei film della Marvel è questa, è vero che parlano di supereroi, ma lo fanno in maniera realistica e convincente, e riescono ad appassionare anche chi non ha mai letto un fumetto".

"Nonostante fosse un set con poche donne abbiamo fatto subito squadra, ma con i nostri colleghi non c’era bisogno, alla fine delle riprese, se non eravamo distrutti dalle ore del lavoro, cenavamo tutti insieme e continuavamo…a fare squadra, nonostante nel film fossimo divisi in due team differenti!".