Femen-Trump: a seno nudo contro la statua di cera

Le attiviste di "Femen" hanno protestato a seno nudo contro una statua di Donald Trump inaugurata al Museo delle cere di Madrid. 

Il gruppo di protesta femminista ucraino "Femen" aveva già protestato durante le elezioni che hanno incoronato Donald Trump. © YouTube

"Grab patriarchy by the balls”, prendiamo il patriarcato per le palle, urla la Femen a seno nudo a un Donald Trump di cera. La protesta delle attiviste femministe ucraine è andata in scena al Museo di Madrid in occasione dell’inaugurazione di una statua con le sembianze del neoeletto presidente americano. Lo stesso uomo che in un video del 2005 (pubblicato a pochi giorni dalle elezioni) quando era solo un magnate americano, aveva dichiarato "I grab women by the pussy", (prendo le donne per la vagina).

Pantaloni rossi, stivali neri e il messaggio dipinto sulla schiena, prima di essere portata via dai dipendenti del Museo, l’attivista è riuscita anche a urlare "fascista!" e ad afferrare i genitali della statua mettendosi in posa per i fotografi.

Deciso a contenere l’eco dell’exploit, Gonzalo Presa, portavoce del Museo, ha prima cercato di coprire la giovane (tra il divertito e il concitato), poi ha invitato le attiviste a protestare “quando il presidente nordamericano verrà in Spagna”. Insomma, “questa non è la pubblicità che vogliamo - ha aggiunto al The Guardian - vogliamo che la gente venga qui e veda quanto è ben fatta la statua”.

Di certo, la protesta delle Femen contro Trump (anche se di cera) non è una novità. L’ultima risale allo scorso 8 novembre quando due di loro si presentarono in uno dei dei seggi elettorali: quella volta, sul seno nudo, c’era scritto “Fuori l’odio dai seggi”.

A questo punto gli occhi sono puntati al 20 gennaio, quando Trump s'insedierà alla Casa Bianca: a Washington e dintorni si domandano che cosa s’inventeranno le giovani donne che nel 2008 scesero in piazza Maiden, a Kiev, per “incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina” e negli anni si sono trasformate in un punto di riferimento nella galassia anti-razzista e anti-sessista con proteste spettacolari, rigorosamente a seno nudo. Finanziate (si dice) dal magnate americano George Soros - l’uomo di origini ungheresi che, a detta del sito DcLeaks è “l’artefice di tutte le rivoluzioni degli ultimi 25 anni” - difficilmente passeranno inosservate.

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