Femen-Trump: a seno nudo contro la statua di cera
Le attiviste di "Femen" hanno protestato a seno nudo contro una statua di Donald Trump inaugurata al Museo delle cere di Madrid.
"Grab patriarchy by the balls”, prendiamo il patriarcato per le palle, urla la Femen a seno nudo a un Donald Trump di cera. La protesta delle attiviste femministe ucraine è andata in scena al Museo di Madrid in occasione dell’inaugurazione di una statua con le sembianze del neoeletto presidente americano. Lo stesso uomo che in un video del 2005 (pubblicato a pochi giorni dalle elezioni) quando era solo un magnate americano, aveva dichiarato "I grab women by the pussy", (prendo le donne per la vagina).
Pantaloni rossi, stivali neri e il messaggio dipinto sulla schiena, prima di essere portata via dai dipendenti del Museo, l’attivista è riuscita anche a urlare "fascista!" e ad afferrare i genitali della statua mettendosi in posa per i fotografi.
Deciso a contenere l’eco dell’exploit, Gonzalo Presa, portavoce del Museo, ha prima cercato di coprire la giovane (tra il divertito e il concitato), poi ha invitato le attiviste a protestare “quando il presidente nordamericano verrà in Spagna”. Insomma, “questa non è la pubblicità che vogliamo - ha aggiunto al The Guardian - vogliamo che la gente venga qui e veda quanto è ben fatta la statua”.
Di certo, la protesta delle Femen contro Trump (anche se di cera) non è una novità. L’ultima risale allo scorso 8 novembre quando due di loro si presentarono in uno dei dei seggi elettorali: quella volta, sul seno nudo, c’era scritto “Fuori l’odio dai seggi”.
A questo punto gli occhi sono puntati al 20 gennaio, quando Trump s'insedierà alla Casa Bianca: a Washington e dintorni si domandano che cosa s’inventeranno le giovani donne che nel 2008 scesero in piazza Maiden, a Kiev, per “incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina” e negli anni si sono trasformate in un punto di riferimento nella galassia anti-razzista e anti-sessista con proteste spettacolari, rigorosamente a seno nudo. Finanziate (si dice) dal magnate americano George Soros - l’uomo di origini ungheresi che, a detta del sito DcLeaks è “l’artefice di tutte le rivoluzioni degli ultimi 25 anni” - difficilmente passeranno inosservate.