Giornata mondiale senza tabacco: appuntamento il 31 maggio

Anche se i dati dei fumatori non diminuiscono, il numero degli ex dipendenti ha superato quello degli addicted. Il giorno per dire "no" alla sigaretta è il 31 maggio.

Il 22% degli uomini e il 18% delle donne sono dipendenti dal fumo: la Giornata mondiale senza tabacco invita tutti a resistere, almeno per 24 ore.


Un mondo senza fumo è ancora un sogno fumoso. Perché in vista del 31 maggio, ovvero la Giornata mondiale senza tabacco (#WorldNoTobaccoDay) indetta nel 1988 dall’Oms, sarà dura immaginare che il popolo dei tabagisti (che non cala) si astenga dall’accenderne una per 24 ore. Sia come sia il tema del 2016 è “Pronti per il confezionamento anonimo” all’insegna di pacchetti poco invitanti, dell’addio a quelli da 10 e alle sigarette aromatizzate. Misure che devono far riflettere perché il fumo non fa solo male, uccide. Senza contare i danni di quello passivo

Milano in fumo: l'indagine Doxa

Il fatto è che a leggere i dati di Milano in Fumo, l’indagine della Doxa per conto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) lo sconcerto prevale sull’ottimismo: se un milanese su cinque continua a convivere con la dipendenza, anche il numero medio di sigarette accese in un giorno non accenna a diminuire. Non per gli uomini, per lo meno, dal momento che le donne sono  passate da da 11,4 a 10. Una buona notizia, però, c’è e deve incoraggiare il popolo di chi è alla ricerca di buon esempi: gli ex-fumatori (sempre a Milano) hanno superato i fumatori. Nel 2001, infatti, erano uno su tre. Ad oggi sono addicted il 22% degli uomini e il 18% delle donne.  
 
A mio avviso, però - ha commentato Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’Humanitas nonché presidente della Lilt Milano - il dato milanese incoraggiante che emerge dall’indagine riguarda l’aumento dell’intenzione di smettere di fumare nei prossimi 6 mesi cresciuta dal 20 al 26% (32% fra le donne) rispetto allo scorso anno. E dobbiamo pensare a strategie mirate proprio per le donne e i giovani”. 

Il fumo uccide (due fumatori su tre)

Perché in Italia la sigaretta uccide un fumatore su due: per la precisione, circa 83 mila persone per patologie legate al fumo, e sempre al fumo sono riconducibili l’85-90% dei tumori polmonari. “Nel 2014 nella provincia di Milano sono stati registrati 1760 decessi causati da questa patologia, 1178 uomini e 582 donne - ha spiegato Alloisio -. Da chirurgo, posso dire che quasi il 90% dei miei pazienti è un fumatore o un ex fumatore”.   

Smettere di fumare: solo uno su tre ce la fa  

Certo, non che smettere sia impresa semplice, al punto che spesso chi ci prova, cerca di migliorare il resto delle abitudini per lasciare un po’ di spazio alla dipendenza: “I fumatori sono informati e consapevoli che si stanno auto-infliggendo intenzionalmente un danno. Per sedare l’ansia che ne deriva e per cercare di arginare gli effetti delle sostanze nocive, alcuni possono prestare attenzione al cibo e dedicarsi all’attività fisica” spiega la dottoressa Marcella Dittrich, psicologa consulente della Lilt. Tanto per la cronaca, solo uno su tre (che prova) ce la fa. 

Nello smettere - spiega l'esperta -, il problema principale è quello di gestire la mancanza» della dipendenza, della ritualità della sigaretta, «per farlo è necessario un cambiamento profondo che implica una riorganizzazione del carattere”. Nell’attesa che il sogno di un mondo senza fumo diventi realtà, l’occasione per iniziare, tutti insieme, è il 31 maggio.

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