Il potere delle donne: sotto il niqab filmano le vie di Raqqa

Il potere delle donne, in Siria, ha l'odore del coraggio di Inside Raqqa, il documentario che insegue la libertà anche a costo della vita: pur di raccontare al mondo quello che sta succedendo per le vie della roccaforte dell’Isis che ha imposto la sharia in una città un tempo vivace, hanno sfidato la morte. In una città dove qualsiasi cosa facciano (le regole cambiano all'ordine del giorno), rischiano la punizione della brigata di al Khansaa, si sono armate di telecamera, l'hanno nascosta nel niqab sono andate in giro per le strade, hanno parlato con i negozianti e i tassisti, hanno filmato un’esecuzione, hanno descritto il terrore che le perseguita, sempre, ovunque. Un terrore che non le ha ancora accecate, un terrore che vogliono dimenticare per tornare a vivere una vita da donne libere. Da esseri umani.

Il breve e potente documentario è stato trasmesso dalla Expressen TV, emittente svedese affiliata della CNN e mostra tutti i segni della guerra civile prima, dei bombardamenti poi: le case sono martoriate, molte abbandonate, le più belle occupate dai foreign fighters che “hanno ucciso o cacciato i proprietari”. Gli unici a volto scoperto sono gli uomini barbuti, i soldati, gli anziani. “Tutti quelli che hanno potuto se ne sono andati - spiega una delle donne del video -, i foreign fighters hanno istituito posti di blocco e sequestrato le carte d'identità ai siriani: le usano per fuggire in Turchia”.

Il potere delle donne è resistere per raccontare, per correggere il senso di questa Storia sbagliata iniziata il 15 marzo 2011. Le due protagoniste di Inside Raqqa entrano in una profumeria, cercano una tinta per capelli, guardano tra le scatole: i volti delle modelle sono tutti scarabocchiati con il pennarello nero, perché “anche loro devono indossare il niqab” spiega il commerciante, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. La donna annuisce e dentro soffre. “Nessuna donna, nemmeno se disegnata, ha il diritto di mostrare il suo volto - spiega Oum Mohammad, una delle protagoniste del video -. Abbiamo perso questa opzione. Abbiamo perso la nostra femminilità”. La sua è una supplica: “Ho voglia di togliermi il niqab e il buio che ci circonda, per sempre. Niente è più importante della libertà". 

Il potere delle donne siriane sfida le regole: salgono su un taxi, l’autista spiega loro che se i militari dell’Isis li fermano, li aspetta una punizione severa, 30 frustate ciascuno perché una donna non può andare in giro se non accompagnata da una guardia del corpo. Nemmeno se è la figlia del tassista, spiega l’autista che di recente ha avuto un alterco con uno di loro. 

Il potere delle donne documenta l’esecuzione pubblica di un giovane uomo: “Stava seduto a terra, tranquillamente, gli assassini allineati dietro di lui, vestiti di nero”. Oum Mohammad avrebbe preferito non guardare ma è stata costretta. Da allora ne ha viste di tutte i colori: “Li ho visti ammazzare con un colpo di proiettile, dissacrare i corpi, decapitarli e infilzare le teste lungo le strade; altre volte li stendono in mezzo alla strada e poi ci passano sopra finché non resta più nulla”. Il video inquadra degli uomini sul tetto di un palazzo di 5 piani, quello in mezzo viene lanciato giù dagli altri due. Il video documenta l'esplosione di una moschea distrutta con un boato e una chiesa trasformata nella centrale della polizia dell’Isis.  

Il potere delle donne è ricordare: martedì 15 marzo saranno cinque anni dall'inizio della guerra civile in Siria, che ha fatto almeno 250.000 vittime e 12 milioni di profughi. Il potere delle donne è farsi forza a vicenda: “rimaniamo qui per aiutare una nostra amica ad abortire in casa”. Nel frattempo, il potere delle donne siriane fa il giro del mondo con questo video.