Statuetta Oscar: ecco perché è tanto ambita

La statuetta degli Oscar fu battezzata dieci anni dopo il debutto del premio da una segretaria che esclamò: "Assomiglia a mio zio Oscar". D'oro placcato, vale (solo) 295 dollari ma è la più ambita.


Eddie Redmayne: nel 2015 la statuetta per l’Oscar come Migliore attore in La teoria del tutto, nel 2016 candidato alla stessa statuetta con The Danish Girl.


La statuetta degli Oscar ha un nome preciso che (quasi) nessuno pronuncia: Academy Award of Merit. La storia racconta che quando Margaret Herrick, impiegata all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, la vide per la prima volta esclamò: “Assomiglia proprio a mio zio Oscar!”. Correva l’anno 1939, il primo premio cinematografico del mondo (il secondo è il Festival di Venezia, 1932) era debuttato dieci anni prima ma quel nomignolo gli resterà appiccicato per sempre. 

Perché se nel giro di pochi anni i premi al Cinema sono spuntati come funghi, il più ambito resta la statuetta “Oscar” assegnata dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione professionale onoraria che comprende attori, registi, produttori e eminenze grigie affiliate al cinema (per lo più statunitensi) che, al 2007, contava circa 6mila membri votanti.

Insomma, a decretare il fascino della statuetta più kitsch di Hollywood è una questione di numeri e anzianità. Di per sé, infatti, non vale granché: alta 35 centimetri, placcata in oro 24 carati vale appena 295 dollari. Ciò non toglie che negli anni c’è chi l’abbia rubata e provato a rivenderla. Celebre la statuetta dell’Oscar rubata a Whoopi Goldberg (miglior attrice non protagonista in Ghost, 1991) nel 2002, ritrovata poi in un cestino della spazzatura nell'aeroporto di Ontario, in California. E celebre il furto di 40 statuette da Oscar nel marzo 2000 dal deposito di Bell, sobborgo di Los Angeles, dove i premi erano in deposito. Proprio per evitare che l’occasione rendesse l’uomo ladro, in piena Seconda Guerra Mondiale, dal 1942 al 1944, la statuetta degli Oscar fu realizzata in gesso.   

Sia come sia, chi la vince se la tiene ben stretta anche perché non potrebbe fare altrimenti: invendibile (ovviamente) la statuetta “Oscar” può solo essere restituita ma ad oggi non si registrano casi del genere. Per descriverla con le (caustiche) parole della sceneggiatrice Frances Marion (1888-1973) - la prima donna a vincere la statuetta degli Oscar, nel 1930 - “è un simbolo perfetto dell'industria cinematografica: un uomo con un corpo forte e atletico che stringe in mano una grossa spada scintillante, e a cui è stata tagliata una bella fetta di testa, quella che contiene il cervello”. 

Sulla scia di Frances Marion, l’artista britannico Plastic Jesus si è sbizzarrito nel creare caricature della statuetta degli Oscar: nel 2014 ne piazzò una sull'Hollywood Boulevard, a pochi metri di distanza dal Dolby Theatre, a grandezza naturale con una siringa nel braccio. Nel 2015 la trasformò in una cocainomane chinata, intenta a sniffare la polvere bianca con tanto di targa: Hollywood's Best Party (la miglior festa di Hollywood). Ecco perché è la più ambita, perché gli anni passano, la statuetta “Oscar” invecchia e oltre alla fama può trasmettere anche messaggi. O provocazioni. 

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