Blitz a Parigi: a Saint Denis il covo dei terroristi
Abdelhamid Abaaoud è morto nel blitz delle forze speciali nel covo dei terroristi a Saint Denis, nella periferia nord di Parigi. Salah Abdesalam è riuscito a fuggire: sarebbe in Belgio e avrebbe cambiato identità.
Abdelhamid Abaaoud, l'architetto dell'attentato a Parigi dello scorso 13 novembre, è morto, ucciso dalle forze speciali francesi nel blitz a Saint Denis. La conferma arriva dalla Procura di Parigi e la Francia forse può tirare un sospiro di sollievo perché la cellula che ha pianificato gli attentati di venerdì 13 novembre è stata sconfitta. Il forse è dovuto dal fatto che Salah Abdesalam, l'ottavo uomo del commando, il grande ricercato d’Europa, è ancora in fuga. Secondo quanto riporta la stampa belga, il 26enne francese residente in Belgio sarebbe stato avvistato ad Anderlecht, poco distante da Bruxelles, avrebbe cambiato aspetto e utilizzerebbe un nuovo nome: Yassine Baghli.
Quanto ad Abaaoud, invece, non ci sono dubbi: è stato trovato in un appartamento non lontano dall’aeroporto De Gaulle, a una dozzina di chilometri dal quartiere della Defense, indicato dall’intelligence Usa come il prossimo obiettivo dei terroristi. Il suo corpo è stato recuperato “crivellato di colpi”.
Il blitz al numero 8 di Rue du Corbillon, a Saint Denis è iniziato alle 4.20 del mattino di mercoledì 18 novembre, in un appartamento al terzo piano, chiuso da una porta blindata. I 115 agenti dei corpi speciali della Diréction de la sécurité interieure (Dgsi) ci sono arrivati seguendo le tracce di un cellulare ritrovato in un cestino davanti al Teatro Bataclan. L'ultimo sms recitava: "On est parti, on commence". Siamo pronti, cominciamo. Quel telefono apparteneva ad Hasna Aitboulahcen la cugina da parte materna di Abdelhamid Abaaoud e seguendolo gli investigatori sono arrivati al covo. "All’interno della casa di rue de Corbillon sono state trovate armi da guerra ed esplosivo. La nuova cellula era pronta a passare all’azione e al sacrificio" ha dichiarato il procuratore di Parigi, François Molin.
Ecco perché la notizia dell'esito del blitz non basta per scacciare la paura. Il premier Valls, in Parlamento per lo Stato d’emergenza, ha spiegato che la minaccia dei Foreign Fighters resta attuale. Dunque “è urgente un archivio dei passeggeri sugli aerei, dobbiamo poter negare la cittadinanza a persone con doppia nazionalità”. Ha anche lanciato un allarme: “C’è il rischio che i terroristi usino armi chimiche e batteriologiche in futuri attacchi terroristici”.
Intanto il lavoro della polizia francese continua. L’ultima operazione nella regione di Champagne-Ardenne, a Charleville-Mézières: un uomo è stato fermato, ci sono testimoni che raccontano di un’esplosione. Di pari passo le indagini in Belgio, dove il governo ha stanziato 400 milioni per potenziare l’intelligence e annunciato un giro di vite sulla sicurezza. A Bruxelles continuano le operazioni nel quartiere di Moleenbeck, dove sono state arrestate nove persone.
Il ricordo del blitz di Saint Denis, iniziato con il boato di Hasan Aitboulahcen, la prima donna kamikaze in Europa, è ancora vicino. “Ci siamo svegliati di soprassalto - racconta a Tf1 Lorainne, una signora che vive a pochi metri dal condomino preso di mira dalle forze dell’ordine - pensavamo fossero dei ragazzi che facevano stupidaggini ma poi abbiamo sentito gli spari delle mitragliatrici” e tutto è diventato vero. “C’erano cecchini sul nostro tetto” racconta la donna che al momento del blitz era in casa con le sue due figlie: “La più grande era scioccata, piangeva. La più piccola è rimasta pietrificata sul pavimento: sembrava veramente di essere in guerra”. Il fatto è che in guerra lo siamo per davvero da venerdì 13 novembre, e se è cosa buona e giusta evitare la psicosi è ancora più importante trovare il modo giusto per raccontarlo, anzitutto, ai bambini.
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