Festival del Cinema di Roma: l'incontro con Dario Argento e William Friedkin

Incontro ravvicinato tra due maestri dell'horror, Dario Argento e William Friedkin, che si raccontano al Festival del Cinema di Roma 2015.


Dario Argento e William Friedkin al Festival del Cinema di Roma.


Storie parallele e stima reciproca quella tra Dario Argento e William Friedkin, che in occasione della Festa del Cinema di Roma si sono confrontati su un tema comune: l'horror. I due registi della paura, infatti, si sono abbracciati come due vecchi amici, decantando a vicenda le lodi dell'altro e svelando quanto siano stati fonte d'ispirazione reciproca. Analizzando i grandi capolavori di entrambi, si sono dilettati a raccontare aneddoti e paure di una vita da maestri dell'incubo.

Il primo è stato Friedkin, che ha mostrato a tutti i presenti al Festival il lato più tenebroso di Profondo Rosso, affermando che tanti aspetti di quel film eleggono Dario Argento a grande professionista della fotografia e sensibile creatore della suspense più terrorizzante. Dal canto suo, il regista italiano ha osannato l'ideatore dell'Esorcista, invidiandogli l'energia e la direzione di un film dell'orrore senza eguali.

Ma i registi di pellicole tanto spaventose hanno paura di qualcosa? Ebbene sì, e a spaventarli sono proprio quei pensieri inconsci che poi raccontano nei loro film. Friedkin, inoltre, teme gli inseguimenti, pur essendone uno specialista, avendone realizzati di eccezionali nei suoi film. Ma il capolavoro, che per sempre lo porrà tra i re dell'orrore, rimane L'Esorcista, che il regista ha raccontato con molta schiettezza:

"Io ho fatto questo film come credente, non l’ho fatto da cinico ma credendo nell’insegnamento di Gesù e nel potere di Cristo, so che non è popolare dirlo ma io credo e ho visto i diari non solo dei preti ma anche dei medici, delle infermiere e dei pazienti dell’ospedale dove era curato. All'epoca non si sapeva niente di questo, nemmeno Blatty lo sapeva, ma ora se cercate su Google trovate un articolo di 4 pagine del Washington Post che afferma che era un caso di possessione e di esorcismo. Perché il film ha resistito così a lungo e ha avuto tanto successo non lo so, posso dirvi “grazie a Dio”, perché esiste anche un dio del cinema che ti fa scegliere gli attori giusti (in gran parte esordienti in quel caso), il miglior direttore della fotografia eccetera, ma non ho mai pensato a quel film come a un horror. Nella vita ci sono tanti misteri, il mistero dell'amore e quello della fede e per me è un film sul mistero della fede. Non sarei mai riuscito a farlo come horror, anche se molti lo considerano tale e va bene così".

Copyright foto: Kika Press

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