"Lo stagista inaspettato": De Niro alla corte della Hathaway

"Lo stagista inaspettato" porta sul grande schermo un Robert De Niro pensionato e annoiato alla corte di Anne Hathaway, rampante donna in carriera. Un film per riflettere sulla terza età che non è più l'ultima.

Robert De Niro e Anne Hathaway in "Lo stagista inaspettato", il film che porta un pensionato all'inizio della carriera.


Lo stagista inaspettato è un pensionato, si chiama Ben e ha la faccia di Robert De Niro. Ha settant'anni quando rientra nel mondo del lavoro grazie a uno stage in un’azienda che si occupa di e-commerce (settore abbigliamento). Finisce a fare l’assistente di Jules - al secolo Anne Hathaway - che ha quarant’anni meno di lui e alla diffidenza iniziale presto sostituisce ammirazione e rispetto. Ben è rimasto vedovo e sarebbe in pensione, non sa che fare della sua vita. Jules è una perfezionista al limite dell’ossessione e il suo privato, com’è giusto che sia, ne risente. La distanza iniziale tra i due personaggi si colma mano a mano che la narrazione procede e all'ozio del tempo della terza età subentrano l'entusiasmo, gli intoppi e le soddisfazioni della vita professionale.

Se la regista Nancy Mayers - che in passato ha firmato What Women Want L'amore non va in vacanza - ne ha tratto lo spunto per una delle sue commedie evergreen un po’ dolci e un po’ amare, il film (in uscita nei cinema il prossimo 15 ottobre) apre uno squarcio su una categoria che le società occidentali conoscono molto bene: quella del presunto anziano che finisce in pensione ma di sentirsi un pensionato non ha nessun intenzione. 

La nuova giovinezza della terza età

Anche perché, con i tempi che corrono, la terza non è più l'ultima età. I novantenni di oggi sono tanti quanti i sessantenni di un secolo fa e una nuova fascia - dai 60 agli 80 – è fiorita tra adulti ed anziani. Inoltre, a differenza di come andava negli anni Settanta, le ultrasessantenni del nuovo millennio - ha rivelato uno studio del 2011 dell'università svedese di Göteborg - hanno una vita sessuale attiva, viaggiano, si godono la vita. E, scopriamo oggi grazie allo studio olandese, si rigenerano pure. Dice bene Ingmar Skoog, il coordinatore della ricerca svedese "è tempo di iniziare a parlare di una nuova vecchiaia". 

Pensionati o lavoratori? 

Perché mentre la tecnologia marcia a ritmi sempre più frenetici, la gestione delle situazioni difficili, i cambiamenti rapidi, le decisioni istantanee riescono meglio a chi ha più esperienza sulle spalle. Secondo Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di geriatria della Cattolica, per molte professioni“il pensionamento a 57 anni è un controsenso biologico”. La riforma dell'ex ministro Fornero - che ci vorrebbe pensionabili solo dai 66 anni in poi - ha provveduto almeno in parte. Ora si tratta di capire come conciliare la necessità di fare spazio ai giovani con quella di garantire agli anziani una terza età vissuta pienamente, anche se bisognerebbe riflettere sul perché il lavoro sia percepito come l'unica ancora di salvezza per dare un senso agli ultimi anni di vita. 

L’essenziale è che il governo (italiano) alle prese con la riforma delle pensioni - slittata al 2016 - non si limiti ad andare al cinema: perché è vero che circola un sondaggio dal quale si evince che metà degli over-65 vorrebbe lavorare ancora, ma è altrettanto vero che non esiste nella memoria repubblicana un provvedimento più odiato della riforma delle pensioni firmata da Elsa Fornero. Il fatto è che chi scrive le sceneggiature, a Hollywood, si preoccupa che siano coerenti. La realtà della coerenza se ne infischia.

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