Mai più single: da "The Lobster" alle agenzie matrimoniali, la vita dei cuori solitari
Nelle sale dal 15 ottobre, "The Lobster" di Yorgos Lanthimos racconta un futuro dove essere single è proibito. Dal cinema alla realtà, ecco le difficoltà dei cuori solitari alla ricerca dell'anima gemella nelle agenzie matrimoniali.
Mai più single: o in coppia o animali, liberi (e soli) nel bosco. Il futuro raccontato da The Lobster, del regista greco Yorgos Lanthimos, che si è aggiudicato il premio della Giuria all'ultimo festival di Cannes (nelle sale il 15 ottobre), racconta, anche se in maniera parossistica, l’impossibilità di vivere una vita da single mettendo in scena una carrellata di stereotipi sul perché la società non riesca ad accettare le esistenze spaiate. Se sul grande schermo la singletudine puzza di anarchia, la satira con cui riesce a cogliere le difficoltà di chi ci si ritrova invischiato è tanto amara quanto vera.
Perché se è vero che al cinema il protagonista è un uomo disperato (Colin Farrell) che scappa dall'Hotel nel Bosco, raggiunge i Solitari e s'innamora davvero per la prima volta di una donna (Rachel Weisz), le traversie di chi per scelta o per necessità s’incastra in una vita da single ma non smette di sognare l’amore non sono tanto diverse. "È una storia sull'amore, senza essere una convenzionale storia d'amore - ha spiegato a Cannes Yorgos Lanthimos -. Osserva i modi e le ragioni per cui certe persone finiscono assieme come coppia, mentre altre no. Si tratta di una storia sui terrificanti effetti della solitudine, della paura di morire da soli, della paura di vivere da soli e, soprattutto, della paura di vivere con qualcuno: perché forzarsi nel farsi piacere qualcuno - continua il regista - è un tipo di sofferenza; provare a cercare qualcuno che ci piace davvero è un altro tipo di sofferenza. The Lobster cerca di scovare sinonimi dell'amore in parole come paura, norme, scadenze, abbinamento, sincronismo, innocenza, prosperità e bugie”. Senza, però, offrire alcuna risposta, perché “casomai volevo porre domande”, ci tiene a specificare.
Le agenzie matrimoniali
Perché nell’Italia di oggi, quello dei cuori solitari in cerca dell’anima gemella è un popolo di migliaia di uomini e di donne disposto a pagare da 200 a 2mila euro l’anno perché qualcuno, in un'agenzia matrimoniale, cerchi al posto suo quello che il cuore chiede ma non sa più dove, né come, trovare. Sono un popolo senza età (dai 18 agli 80) di etero, omosessuali o trans. Sono italiani e stranieri, impiegati, operai, liberi professionisti, politici. Sono cattolici, ortodossi e musulmani, non fa differenza: sono tutti soli e a caccia. Non cercano avventure sotto le lenzuola, per quello bastano le chat: ce ne sono a iosa e bisogna stare attenti alle truffe. Loro cercano l'amore, il matrimonio, la famiglia. Sono i clienti delle agenzie matrimoniali, persone. Risultato: da Eliana Monti, solo a Torino, sbocciano quindici coppie al mese, grazie agli incontri dell'agenzia Marianna ogni anno nascono più di dieci bambini metà italiani e metà russi e il 30% delle coppie omosessuali che si conosce da Il Delfino si fidanza.
L'amore dopo i 50
C’è Francesco, 57 anni, una casa in provincia di Torino, un lavoro come agente di commercio: è alto 1,75 e pesa 80 chili, è divorziato, ha due figli, è dell'acquario, ama la fotografia. “Cerco una bella signora, dolce e intrigante che mi faccia riassaporare il piacere di un incontro, di dare il buongiorno, di ridere e scherzare, di fare le cose insieme. Chiedo forse troppo?”. Da un anno e mezzo è iscritto da Eliana Monti, ha visto decine di profili, incontrato le candidate sempre nello stesso bar in centro, ma la donna che vuole ancora non s'è vista. Anche perché, se un tempo il gentil sesso cercava l'uomo maturo, oggi non è più così e il corto circuito è evidente. “Ci sono gli ottantenni che alla prima telefonata chiedono alla settantenne di sposarsi e ci sono i ventenni che non vogliono perdere tempo e cercano la compagna su misura” spiegano dall’Agenzia. Negli ultimi anni sono arrivati anche gli stranieri: romeni, marocchini, ghanesi. Loro vogliono una famiglia e non hanno molto tempo, né occasioni, per fare vita sociale.
Le (aspiranti) coppie gay
Poi c'è Veronica che, invece, è gay: “Ho quarant'anni - scrive sul sito de Il Delfino - sono economicamente indipendente, alta e proporzionata, una bella presenza. Cerco una donna consapevole del suo esser lesbica, per vivere felicemente e liberamente l'esser coppia”. Non sono tante le agenzie per omosessuali, Sabina Sardu, eterosessuale 45enne , ha aperto la prima a Torino, sei anni fa; poi ha inaugurato gli Agency point in tutta Italia e le richieste che riceve tutti i giorni sono esplicite e sofferte: “Ci sono molti gay cattolici che cercano compagni credenti - spiega -, ci sono molti musulmani obbligati a nascondere la loro omosessualità per non rischiare la vita che qui si sentono liberi di essere se stessi. E poi ci sono gli ex eterosessuali con una famiglia alle spalle, dei figli da proteggere e una vita nuova da vivere”. Il suffisso matrimoniale le è vietato dalla Costituzione e dalla burocrazia, trattandosi di unioni tra persone dello stesso sesso.
Ma a ben vedere, i gay che vogliono l'anello al dito ancora non si sono iscritti: “All'inizio offrivamo la possibilità di organizzare matrimoni in Olanda - dice Sabina - ma in tre anni nessuno ce l'ha mai chiesto. I gay vorrebbero camminare per mano, baciarsi al bar, ridere al parco senza essere additati. Una vita normale”. Come quella che ha regalato a Giovanni “31 anni di Caserta, occhi e capelli nerissimi, estroverso, dichiarato, di famiglia borghese” e a Marco “33 anni di Salerno ma residente a Londra, occhi e capelli chiarissimi, riservato, non dichiarato, di famiglia contadina”. Racconta Giovanni: “Ci eravamo visti solo una volta. Il 3 gennaio 2007 gli ho telefonato: lascio l'Italia e volo a Londra. Da allora viviamo insieme. Insieme abbiamo cambiato cinque case, sei lavori, vissuto in tre nazioni diverse, ma sempre insieme. L'uno accanto all'altro. Grazie”.
Amori stranieri cercasi
Nel campo da diciotto anni, Zita Uccellari, titolare del sito annuncimatrimoniali.com, braccio elettronico dell'agenzia Futura di Civitanova Marche, ha visto di tutto: “Un tempo s'iscrivevano anche le italiane, la clientela cercava le avventure e si accontentava con poco. Nel 2003 le donne hanno smesso d'iscriversi, già da qualche anno rifiutavano matrimoni, convivenze e famiglie, mentre gli uomini hanno notato le russe e le brasiliane. Loro sì che volevano sposarsi e fare figli”. Risultato: oggi Zita tratta solo più con il “mercato dell'Est e brasiliano. Propongo solo persone serie. L'anno scorso sono andata a trenta matrimoni”.
E poi gli sono gli stranieri che cercano gli stranieri. In testa i romeni: nel 2008 si sono detti sì in 1.202. Seguono i cinesi con 833 sì, quasi il 13 per cento delle nozze tra forestieri. Ma anche qui i tempi cambiano: Ling è nata a Wenzhou, nel sud della Cina, ha 40 anni, da quindici vive a Rovigo, lei cerca un uomo italiano. È iscritta all'agenzia Xi Ciao, la prima cinese, fondata da Huang Ying e sua moglie che si fa chiamare Luisa ma ha gli occhi a mandorla: “Vivo in Veneto da più di vent'anni - spiega - ma ho visto pochi matrimoni misti. Noi cinesi lavoriamo tutto il giorno, non usciamo mai dalla nostra comunità. Ho deciso di aprire l'agenzia quando al lavoro ho iniziato a parlare con uomini italiani incuriositi dalle donne cinesi e viceversa”. Le iscritte sono duecento, hanno circa 35 anni e sono quasi tutte diplomate. Il 70 per cento ha una laurea. “Molte s'iscrivono perché con i cinesi devono mentire e abbassarsi di livello”. Per non parlare dell'età: dopo i 25 anni sono "da buttare via". Nei primi sei mesi di vita l'agenzia ha accoppiato dieci cuori solitari: “venti persone sono meno sole grazie a me, ci pensa?”.
Eccome, detta così, verrebbe voglia a tutti di cercare la felicità sfogliando un menù. “L’importante - sottolinea Marianna Kazakova - è stare alla larga dalle truffe dei siti gratuiti e delle chat, il cosiddetto scam, un raggiro che spilla fino a diecimila euro agli italiani ma non viene denunciato perché le vittime si sentono ferite nell'orgoglio”. La fregatura è sempre uguale: l'amore virtuale dura fino a diversi mesi, poi succede qualcosa e il conto arriva insieme a una scusa pre-cotta, il malcapitato manda i soldi e della bionda non vede nemmeno l'ombra. Affidandosi alle agenzie “questo non capita perché conosciamo le ragazze in Russia - conferma la Kazakova -. Controlliamo i documenti, parliamo con i genitori e organizziamo il viaggio. Niente Money Transfer”. Tanto per la cronaca: ho chiesto all'impiegata di un Western Union torinese se aveva mai visto uomini inviare soldi in Russia, Bielorussia o Ucraina: “Non sa quanti sono al giorno - ha risposto sardonica - e quanti poliziotti, quanti professionisti, uomini per bene. Sono preoccupati che la donna non riceva i soldi. Io li tranquillizzo anche se vorrei fermarli: eccome se li riceve, gli dico. Quelle sanno prendersi tutto”.
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