Basta un fungo e il gusto amaro dei cibi diventa un ricordo

MycoTechnology, una start up di Denver, ha brevettato il sistema per inibire i recettori del gusto amaro e dolcificare gli alimenti grazie al fungo. Una rivoluzione applicata anche alla stevia.

MycoTechnology ha brevettato un sistema per inibire il gusto amaro dagli alimenti e, quindi, dolcificarli, attraverso un fungo.


Basta un fungo e il gusto amaro diventa un ricordo. Dopo la stevia, il nuovo nemico dello zucchero sono i principi del sottobosco autunnale. Merito di MycoTechnology, una startup di Denver che ha brevettato un sistema per estrarre un principio attivo capace di eliminare l’amarezza dai cibi e dolcificare tutto ma proprio tutto, dal caffè alla rucola passando per il tè e il cioccolato. Una vera e propria rivoluzione in cucina perché la polverina in questione non agisce solo da dolcificante ma è anche il primo anti-amarezza della storia culinaria.   

Il segreto è nel micelio, la parte del fungo che sta sottoterra, preposta alla distribuzione dei nutrienti e in grado di abbattere i polimeri biologici in unità più piccole. Ebbene, dopo averla esaminata, MycoTechnology è riuscita ad applicare questa capacità per inibire, a suo piacimento, i 25 recettori dell’amarezza.  

Un risultato che hanno applicato anche alla stevia, il dolcificante più potente al mondo dal retrogusto amaro e metallico, entrato nel mercato alimentare nel 2008 dopo un acceso dibattito. La notizia, in questo caso, è lieta tanto per i produttori quanto per i consumatori perché - paradossalmente - parecchie bevande ipocaloriche realizzate con la stevia contengono anche lo zucchero per mascherare il sapore indesiderato. Il che si traduce in costi di lavorazione più elevati e un risultato meno soddisfacente delle aspettative. 

"La maggior parte delle persone sarebbe più sana se assumesse meno zucchero, ma i dolcificanti artificiali non risolvono il problema” sottolinea Marion Nestle, docente di Nutrizione e Studi alimentari alla New York University. Perciò “la rivoluzione dei funghi magici” (come è stata ribattezzata) mette chimici e scienziati alimentari d’accordo sul fatto che sia destinata a lasciare il segno. 

E visti i movimenti in azienda - dove tra un brevetto e l’altro, finanziamenti a pioggia e assunzioni a gò gò - è facile immaginare che questo sia solo l’inizio della rivoluzione dei sapori.

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