Georgia: pena di morte per una donna dopo 70 anni
Nonostante gli appelli - tra cui quello del Papa e dei figli - Kelly Renee Gissendaner è stata giustiziata nella prigione della Jackson County, in Georgia: è la prima pena di morte per una donna dal 1945.
Kelly Renee Gissendaner è stata giustiziata con un'iniezione letale nella prigione della Jackson County, in Georgia. A nulla sono serviti i ricorsi contro la pena di morte presentati dai suoi legali e i numerosi appelli per la grazia: tra questi quello di Papa Francesco, lanciato con una lettera scritta dal nunzio apostolico Carlo Maria Viganò alle autorità georgiane per chiedere di fermare il boia, e quello dei figli che, dopo anni di silenzio e rifiuto, sei anni fa l’avevano perdonata per l’omicidio del loro papà - commesso con l'aiuto dell'amante nel 1997 -, quando erano appena dei bambini. “Qualcosa è cambiato, lei è cambiata moltissimo, è cresciuta e ha aiutato tantissime persone” avevano testimoniato ricordando che in carcere la mamma si era avvicinata alla Bibbia e aveva perfino preso una laurea in teologia. Niente da fare: la donna è stata giustiziata a 47 anni.
Kelly è la prima donna condannata alla pena di morte negli ultimi 70 anni: era dal 1945 che non accadeva in Georgia. Il suo è anche un triste primato: negli Stati Uniti le donne giustiziate dal 1976, anno in cui la Corte Suprema ha ripristinato la pena di morte, sono state appena 15 contro le 1400 sentenze eseguite nei confronti di uomini.
L’esecuzione è stata ritardata da tre appelli presentati dai suoi legali supportati da varie associazioni anti-pena capitale, tutti respinti dalla Corte Suprema che ha voluto andare fino in fondo. Così dal 25 febbraio, la prima data fissata per l’iniezione letale, si è passati al 2 marzo a causa di un’ondata di maltempo. A marzo un altro rinvio: nelle fiale destinate a Kelly c’erano sostanze estranee.
Anche il 29 settembre c’è stato un rinvio. L’esecuzione era prevista per le 19 ma è slittata fino a mezzanotte perché la commissione che esamina gli appelli era ancora al lavoro sull’ultimo tentativo di fermare l’iniezione letale. La commissione stessa non ha dato un motivo per il no, pur precisando di aver esaminato l’ultimo ricorso “con estrema attenzione”.
Questa storia contiene anche un paradosso: Gregory Owen, l’amante che secondo la giustizia è anche l’esecutore materiale del delitto, è stato condannato all’ergastolo dopo aver testimoniato contro Kelly durante il processo, ma potrebbe uscire in libertà condizionata nel 2022. Kelly ha pagato con la vita.
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