Lucia Borsellino finisce sotto scorta: "cosa posso fare per evitarla?"

Una fonte tedesca mette in allarme l'Interpol e Lucia Borsellino finisce (a malincuore) sotto scorta per evitare il "rischio di ritorsioni, per la sua attività". Nel frattempo, dal 1 settembre l'ex assessore combatterà la corruzione dalle fila dell'Agenas. 

Lucia Borsellino, ex assessore alla Sanità in Sicilia, è finita sotto scorta.


Alla fine Lucia Borsellino è finita (a malincuore) sotto scorta. A far scattare l’allarma non la bufera sulla presunta frase di Matteo Tutino, il medico di Rosario Crocetta finito agli arresti domiciliari per truffa e peculato, bensì una nota dell’Interpol diramata dopo che una fonte in Germania ha parlato del "rischio di ritorsioni, per la sua attività". Immediatamente la macchina si è messa in moto e il 14 agosto un'auto blindata con due poliziotti del reparto scorte si è piazzata davanti all'abitazione di Lucia Borsellino.

Nel frattempo il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha aperto un'inchiesta per indagare sulle minacce paventate dalla fonte tedesca, l’obiettivo è capire dove e come abbia raccolto le notizie che, in ogni caso, gli inquirenti hanno ritenuto verosimili. 

D’altra parte, finché ha ricoperto il ruolo di assessore alla sanità, la figlia del giudice Paolo Borsellino ha combattuto una guerra silenziosa contro le lobby che si muovono al confine tra mafia e politica. Con tanto di denuncia alla procura di Palermo di pesanti pressioni subite da direttori generali e politici vicini al presidente Crocetta.

Di certo, anche gli attriti con Matteo Tutino hanno contribuito a complicare lo scenario. Tanto che Lucia Borsellino ha scelto il giorno dopo l'arresto del medico per dimettersi dal suo ruolo pubblico con parole che lasciano poco spazio ai dubbi: "Lascio il mio incarico per ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con il mio mandato". Parole che anche il fratello Manfredi, dirigente del commissariato di polizia, ha ribadito al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della commemorazione dell’attentato in via d’Amelio.

Mentre la magistratura indaga, Lucia cerca di mettere da parte l’amarezza e spiana la strada per un futuro diverso: dal 1 settembre, per due anni, lavorerà per l'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali dove potrà mettere a frutto la sua lotta al malaffare. Tanto più che, come spiega il direttore generale, Francesco Bevere "Agenas ha avviato in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione un percorso strategico sui temi della trasparenza, dell'etica e della legalità in sanità e sulla sperimentazione di nuovi modelli di gestione dei rischi nel sistema di governance delle aziende sanitarie".

Ecco perché Lucia Borsellino è la persona giusta: "il Tavolo di lavoro nazionale Agenas-Anac-ministero della Salute potrà giovarsi del suo contributo per l'individuazione, la sperimentazione e la realizzazione, in collaborazione delle Regioni, di progetti ed azioni concrete, finalizzate alla prevenzione dei fenomeni correttivi". 

I due si conoscono da tempo e le premesse sono le migliori: "Poter contare sulla professionalità, l'esperienza, i valori, l'onestà intellettuale e l'etica professionale che la contraddistinguono - ha concluso il Dg - è un indiscusso valore aggiunto per l'Agenzia e per i suoi interlocutori".

Con scorta al seguito, s’intende. Una nuova condizione che la Borsellino ha accettato a malincuore: "Cosa posso fare per evitarla?" ha domandato al funzionario della questura quando le è stata annunciata. Per il momento nulla, è necessaria, le hanno spiegato. Poi sono partiti tutti insieme per le vacanze, a Cefalù.

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