Intercettazione shock: Lucia Borsellino "va fatta fuori come suo padre"
In una telefonata a Rosario Crocetta, Governatore della Sicilia, il suo medico personale, Matteo Tutino, ora agli arresti domiciliari, dichiara a proposito dell'ex assessore alla sanità Lucia Borsellino: “va fermata, fatta fuori. Come suo padre”. Crocetta, che afferma di non aver sentito la frase, si è autostello dall'incarico.
Parole come macigni: Lucia Borsellino “va fermata, fatta fuori. Come suo padre”. A pronunciarle al telefono è Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia nonché medico personale di Rosario Crocetta. E dall’altra parte del filo c’è proprio lui, Crocetta, che tace, non replica, non s’indigna. Incassa.
A bufera scoppiata, il Governatore replica: "Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era zona d’ombra, non so spiegarlo; tant’è che io al telefono non replico. Ora mi sento male. Voglio essere sentito dai magistrati su questa storia della frase di Tutino. Quello che mi sta accadendo oggi è la cosa più terribile della mia vita". E a chi chiede le sue dimissioni replica: "Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il destino della Sicilia può essere legato a una frase, che non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so”. Nel frattempo si è autosospeso dall'incarico.
L’intercettazione rivelata da l’Espresso in edicola venerdì 17, risale a qualche mese fa. Lucia Borsellino era ancora l’assessore alla Sanità, scelta dal Governatore Crocetta anche per dare una svolta di legalità a quel settore da sempre culla di interessi mafiosi. Matteo Tutino non era ancora agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, abuso d'ufficio e falso.
Forse Lucia Borsellino sapeva, forse proprio per questo il 2 luglio scorso ha rassegnato le sue “irrevocabili dimissioni” dal dicastero spinta da "prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale". Forse i neonati morti, gli scandali degli ospedali dell’Isola sono solo un pezzo della storia. Interpellata ha commentato: “Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro". E ancora: “Non rinnego nulla ho fatto quello che potevo in un contesto, evidentemente, poco edificante”.
Di certo, ad appena tre giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio quella frase di Tutino pesa ancora di più. Tanto che la diretta interessata, il bersaglio delle intimidazioni in pieno stile mafioso, ha annunciato che né lei, né i suoi familiari parteciperanno alle commemorazioni del 19 luglio. Insieme a Rosario Crocetta ci sarà una folla che, c'è da scommetterci, gli chiederà a gran voce ragione del suo silenzio.
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