Il Brasile scende in piazza contro la sua presidente, Dilma Rousseff
Per la terza volta dall'inizio dell'anno, il Brasile scende in piazza con una manifestazione in pieno stile carioca per chiedere l'impeachment della presidente Dilma Rousseff, al suo secondo mandato e di recente travolta da una serie di scandali.
Il Brasile scende in piazza contro la sua presidente, Dilma Rousseff. La sua popolarità è ai minimi storici da tempo, l’economia va malissimo, gli scandali lievitano e in poche ore i manifestanti sono spuntati come i funghi. Risultato: domenica 16 agosto, da Brasilia a Rio de Janeiro passando per San Paolo e altre 200 città più piccole, si sono ritrovati in quasi 900mila a chiederne l'impeachment. Lo hanno fatto “alla brasiliana”, con fischietti e i tamburi, scritte e facce colorate in pieno stile “carioca”, con la maglietta della nazionale di calcio “verde oro” e cartelli con lo slogan “Fora Dilma” (Dilma vattene).
Al suo secondo mandato, molto amata nei primi tempi, la Rousseff deve fare i conti con il caso Petrobras, l'azienda petrolifera nazionale che ha presieduto prima di prendere il posto di Luiz Inacio Lula da Silva, di recente travolta da un giro di tangenti che - secondo gli accusatori - la Rousseff non poteva non conoscere. Ma non solo: a darle filo da torcere ci sono anche i fondi ottenuti dal Partito dei Lavoratori (anche in questo caso ne è stata il leader), vicenda che, ad aprile, ha portato all’arresto del tesoriere.
Dilma ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento ma il fatto che la magistratura abbia bloccato l’inchiesta aperta nei suoi confronti non è andato giù a molti. Tanto più dopo che, lo scorso maggio, un ex manager del colosso petrolifero l'ha accusata di aver autorizzato, nel 2006, l'acquisto di una raffineria negli Stati Uniti a un prezzo superiore a quello di mercato. Versione che contraddice quella della Presidente che ha sempre detto di essersi opposta a quell'acquisto.
Il Paese, che l’ha eletta con uno scarto di voti bassissimo (appena il 3,3%), è stufo: quella di agosto è la terza manifestazione dall’inizio dell’anno. La prima fu a marzo, con 1 milione di partecipanti, poi ad aprile, quando a protestare furono 600 mila cittadini. Ad aggravare la situazione, i conti economici del Paese che un tempo era il primo dei Brics, le potenze emergenti (Brasile, Russia, India, Sud Africa), e che oggi sta precipitando in recessione sulla scia del crollo della domanda mondiale di materie prime e commodities.
Dal canto suo, la Rousseff, donna tra le più potenti e influenti al mondo, nota per il suo temperamento di ferro e nonostante l’apprezzi un risicato 8% della popolazione, tira dritto per la sua strada, sostenendo che quelli che chiedono il suo impeachment, in realtà stanno spianando la via a un golpe. Un tema che lei conosce bene (in gioventù aderì alla lotta armata e nel 1967, dopo 4 anni di fidanzamento, sposò Cláudio Galeno Linhares un militante che aveva partecipato al golpe militare del 1964) e che in Brasile fa sempre presa.
”Non è il mio carattere a essere difficile, lo è la mia funzione - dichiarò parlando di se stessa in passato - . Io devo risolvere problemi e conflitti. Non ho un momento di riposo. Non sono criticata perché sono dura, ma perché sono donna. Sono una donna dura, circondata da uomini morbidi". Ora anche da una popolazione molto arrabbiata.
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