Capelli, glutei e seno: la mappa del turismo del bisturi low cost
La Thailandia per i denti, la Tunisia per i capelli, la Turchia per i glutei, la Repubblica Ceca per il Naso, la Polonia per il seno. Ecco la mappa del turismo del bisturi low cost: un viaggio (turistico) con annesso ritocchino chirurgico.
Partire per una vacanza e tra un museo, una passeggiata e una cena al ristorante, fare una tappa in clinica per quel ritocchino estetico che in Italia costa troppo, non ha prezzo. Si unisce l'utile al dilettevole (senza contare che si portano più volentieri le fasciature perché tanto "qui non mi conosce nessuno") e al ritorno colleghi, amici e parenti sono tutti un complimento (sempre che non si abbia esagerato) e qualcuno crede anche che sia merito del riposo.
Il turismo del bisturi low-cost è una realtà da parecchio tempo ma si sta dimostrando filone promettente. Al momento, per esempio, è in crescita la Turchia. Da qualche anno in cima alle preferenze per i trapianti di capelli, sta recuperando posizioni nella plastica dei glutei: fino a poco tempo fa leader indiscussa era la Tunisia, ma la stagione degli attentati ha dirottato i turisti del bisturi verso Istanbul e Ankara. Il risparmio è notevole: un intervento al seno può costare tra i 2.500 e i 3 mila euro quando in Italia si parte da 4 mila per arrivare a 8 mila. La Turchia è un po’ più cara della Tunisia, ma la sicurezza è la sicurezza.
Houssem Gannouchi, titolare di Chirurgia e vacanze – un’agenzia italiana specializzata nel turismo con intervento incluso prima in Tunisia e oggi anche in Turchia – è convinto che comunque presto la paura passerà: “Dopo pochi mesi dagli attentati le prenotazioni ricominceranno anche in Tunisia”, dice. Spiegando che la Turchia resterà nel cuore degli italiani per i capelli. Un trapianto con la tecnica senza cicatrice costa la metà (2.500 euro contro 5 mila) di quanto costa in Italia. Tanto per la cronaca, da Gannouchi si rivolgono prevalentemente “donne tra i 30 e i 65 anni. Le più numerose sono neomamme che vogliono eliminare segni della gravidanza. Gli uomini invece chiedono soprattutto autotrapianto di capelli e la riduzione delle borse intorno agli occhi”.
Di questo tipo di turismo chirurgico esiste una vera e propria mappa dei gusti europei, messa a punto da whatclinic.com, portale inglese specializzato in materia. Si scopre così che la Thailandia è la meta preferita di chi ha bisogno di protesi dentistiche o impianti dentali, la Repubblica Ceca per chi vuol farsi rifare il naso, la Polonia di chi invece vuole un intervento al seno. L’apparecchio ortodontico si mette soprattutto in Ungheria, mentre per la donazione del seme e le diagnosi genetiche l’ideale è la Grecia.
L’Italia, al momento, è fuori dalle rotte. Ma è questione di tempo: considerato che il turismo sanitario nel mondo muove 100 miliardi di dollari l’anno, l’odontoiatra fiorentino Francesco Martelli ha fondato un’associazione no-profit per promuovere le eccellenze medico scientifiche, culturali, storiche e turistiche italiane. La ricetta di Martelli, più che su cure low-cost, si basa naturalmente sulle meraviglie italiane. “Moltissimi stranieri sarebbero pronti a coniugare una necessità di cura con un viaggio in Italia - spiega Martelli -. Il nostro sistema sanitario è di alto livello, e le bellezze del Paese non hanno bisogno di presentazioni”. Mancano, come spesso in Italia quando si parla di novità, le leggi adeguate e tanto per incominciare il sistema ospedaliero non è pensato per accogliere clienti stranieri. “Nel resto del mondo si fa”, osserva Martelli. A buon intenditor poche parole.
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