Strage di turisti a Tunisi: al Museo del Bardo muoiono anche 2 italiani
È successo ancora, l'Isis ha ucciso, di nuovo. Aveva pianificato un attentato politico al Parlamento ma qualcosa è andato storto ed è stata una strage di turisti al Museo Bardo, quello dei mosaici, il più rifornito al mondo di mosaici romani, distante poche centinaia di metri dal palazzo del potere. Il bilancio è provvisorio, al momento i morti sarebbero 22, di cui 17 turisti tra italiani, tedeschi, polacchi e spagnoli e due terroristi. La Farnesina ha confermato due vittime italiane, altri due connazionali sono invece ancora dispersi.
Sono le 12.46 quando a Tunisi la prima agenzia di stampa riferisce di spari dentro al Parlamento. La dinamica degli eventi che hanno spezzato le speranze del paese dalla rivoluzione gentile che ha deposto Ben Ali è incerta. Quello che si sa è che cinque uomini travestiti da soldati hanno tentato di attaccare il Parlamento tunisino mentre in discussione c'era la legge antiterrorismo. A tradirli le armi, diverse da quelle in dotazione ai militari. A quel punto è scoppiato il putiferio: scatta l'allarme, esplodono colpi di arma da fuoco, i terroristi scappano, il museo del Bardo è vicino, da un pullman stanno uscendo decine di turisti, loro si accodano, entrano. E seminano il panico: nel museo ci sono almeno 200 turisti, tra cui molti bambini, la maggior parte riesce a scappare, gli altri vengono presi in ostaggio, gli altri ancora, uccisi.
Per chiarire numeri e dinamiche devono passare le ore. A sera ancora il dubbio regna sovrano: dei quattro dipendenti del Comune di Torino due sono stati liberati dal blitz della polizia tunisina, degli altri ancora non si hanno notizie precise. Lo stesso sindaco di Torino Piero Fassino ha detto di essere in attesa di notizie certe: "Siamo riusciti a parlare, al telefono, con due dei 6 dipendenti comunali che erano tra gli ostaggi, ma con gli altri quattro non siamo finora riusciti a metterci in contatto".
Numeri a parte, resta lo shock che ritorna, due mesi dopo l'attacco a Parigi. "Questa sarà una guerra lunga - ha detto il premier tunisino, Habib Essid - dobbiamo mobilitarci a ogni livello, tutti insieme, tutte le appartenenze politiche e sociali per lottare contro il terrorismo. Serve unità nella difesa del nostro paese che è in pericolo". Il premier Matteo Renzi, intervenendo alla Camera sul consiglio Ue, ha manifestato "pieno sostegno al governo tunisino perché possa uscire da questa prova con forza con determinazione: l'Italia sarà al loro fianco".