Pippo Baudo: Dopo 54 anni la tv è la mia vita (ma mi trascurano)
Pippo Baudo è un fiume in piena e sul Corriere della Sera ricorda gli esordi, “come un mendicante di fronte ai cancelli Rai”, e guarda al futuro perché “domani è un altro giorno, come il film”.
“La televisione? Per me è la vita”. E se a dirlo è Pippo Baudo, dalle colonne del Corriere della Sera, non c’è nessuna difficoltà a crederci. 54 anni sul piccolo schermo ma con l’energia del primo giorno, di quel giorno magico nel quale – appena 22enne – si presentò ai cancelli Rai “come un mendicante” dopo aver lasciato i genitori in lacrime alla stazione per salire sul treno diretto a Roma.
Il primo provino, ricorda lui in questa lunga intervista/confessione sul quotidiano, è arrivato in fretta ma dopo la candidatura per tutte le categorie (“Presentatore, cantante, pianista e imitatore”, ammette) il verdetto fu mediocre: sì, Pippo Baudo era adatto alla tv ma solo per spettacoli minori. Una sconfitta? Tutt’altro, perché il primo spettacolo (minore) arrivò nel giro di appena qualche giorno. “Quando ho comunicato ai miei che sarei apparso in tv è stata festa nazionale – ricorda il presentatore - hanno chiamato tutti i parenti, anche quelli lontanissimi. Avevo toccato il cielo con un dito”.
Una sensazione che poi l’ha accompagnato attraverso la sua lunga (e soddisfacente) carriera perché, a distanza di tanto tempo, “quando si accende la telecamera dimentico tutto e sono un pugile nel suo ring” ma anche perché il piccolo schermo è “una vitamina, un tenermi in vita”. Una vitamina alla quale, però, negli ultimi tempi è stato spesso – controvoglia – costretto a rinunciare. "Solo la riconoscenza del pubblico mi allevia dai dispiaceri – confessa – perché questa quarta parte della mia carriera è stata trascurata dalla Rai. Non me lo spiego. Se fossi reduce da profondi insuccessi capirei... semplicemente chi è nelle leve di comando non vuole che io ci sia. È un’ingiustizia".
Un’ingiustizia che lo costringe a guardare indietro e a crogiolarsi nei ricordi del suo (glorioso) passato? Giammai. “Non voglio sfogliare l’album dei ricordi. Sono proiettato sul domani. Non c’è cosa più malinconica che pensare alle emozioni passate. Domani - conclude, combattivo - è un altro giorno, come dice il film”.
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