Patrimonio naturalistico dell'Unesco: l'Italia sale a quota 13
Nell'elenco del patrimonio naturalistico dell'Unesco inclusi anche i parchi del Delta del Po (Veneto), le Alpi di Ledro e Judiciaria (Trentino) e l'Appennino Tosco-Emiliano. L'Italia sale a quota 13 e detiene il record grazie ai 50 siti Patrimoni Mondiali.
E siamo a tredici. Per l'Unesco l'Italia non è solo cultura, ma anche bellezza al naturale. Quest'anno l’elenco dei siti patrimonio naturalistico mondiale guadagna tre nuove iscrizioni: i parchi del Delta del Po (Veneto), le Alpi di Ledro e Judiciaria (Trentino) e l'Appennino Tosco-Emiliano. "È la prima volta che l'Italia riesce ad iscrivere tre siti tutti insieme" sottolinea il curatore dei dossier, Pier Luigi Petrillo, che ha negoziato le candidature italiane.
I riconoscimenti assegnati dal consiglio di coordinamento internazionale del programma Mab (Man and Biosphere), riunito a Parigi, sono arrivati non solo grazie alla Madre Terra - che ha fatto meraviglie - ma anche in virtù dell’impegno degli uomini a proteggerle e valorizzarle. "In tutti questi tre casi - ha infatti precisato Petrillo - l'Unesco ha evidenziato come sia possibile assicurare lo sviluppo economico di un territorio nel rispetto dell'ambiente e del suo ecosistema, puntando su pratiche agricole tradizionali e su produzioni tipiche come il Parmigiano Reggiano nell'Appennino Tosco-Emiliano”. Insomma, un “tesoro naturale” che accredita anche una - ops tre - volte l'Italia come “culla della biodiversità".
Come quello tra il Veneto e l'Emilia-Romagna, circa 140mila ettari, dove si spalma una popolazione di 120mila abitanti. "Il paesaggio del Delta del Po - si legge nella motivazione data dal Consiglio intergovernativo dell'Unesco - rappresenta un’identità unica e un patrimonio estremamente significativo di biodiversità". O quello delle Alpi di Ledro e Judiciaria, quel lembo di terra di circa 47.500 ettari compreso tra le Dolomiti, il Lago di Ledro, il Lago di Carera e il Lago di Garda, che vanta diversi habitat e culture tradizionali, dove l'agricoltura - in particolare la viticoltura, l'olivicoltura, la coltura di frutta e verdura tradizionale - è la principale fonte di reddito. O, ancora, l’Appennino Tosco-Emiliano, la frontiera climatica euro-mediterranea: 223mila ettari, 1300 abitanti che, ribadisce ora anche l’Unesco sia unico al mondo per aver sviluppato un turismo eno-gastronomico basato su prodotti tipici e tradizionali.
Altri 3 buoni motivi che si sommano ai 50 - record mondiale per quanto riguarda i siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità, dai sassi di Matera al Trulli di Alberobello, dall'Orto Botanico di Padova a Villa Adriana a Tivoli, dal centro storico di San Gimignano a quello di Napoli passando per quello di Siena - per scoprire uno Stivale dalle mille bellezze.
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