Brad Pitt: dopo Fury sarò un padre migliore
Brad Pitt protagonista in "Fury", la pellicola di guerra ad alto tasso di violenza (e realismo) che ha già conquistato la critica. "Abbiamo raccontato il dramma interiore che vive ogni soldato" racconta lui e svela che, dopo l'esperienza sui carri armati, sarà un padre migliore.
Brad Pitt indossa (di nuovo) la divisa per Fury, “Il miglior film di guerra degli ultimi trent’anni” secondo il Daily Mail. Nelle sale italiane da mercoledì 3 giugno, la nuova fatica cinematografica del cinquantenne Brad, è una “storia violenta” per sua stessa ammissione ed è firmata dal regista (ed ex marine) David Ayer.
Siamo nell’Aprile del 1945, gli alleati stanno sferrando il loro attacco finale e anche il gruppo di carristi americani guidati da Wardaddy-Pitt è alla sua ultima missione. La motivazione dei quattro è ai minimi storici e la crisi di nervi è dietro l’angolo. Ma spesso a emergere dall'oblò di guardia è soprattutto il cinismo. “Ho cominciato questa guerra uccidendo tedeschi in Africa – commenta Logan Lerman in una scena centrale - poi ho ucciso tedeschi in Francia, adesso uccido tedeschi in Germania”. Insomma, una violenza senza fine com’è quella della guerra reale, fuori dalle sale del cinema. “La violenza della guerra è un orrore che non sembra avere fine - ha commentato il protagonista a margine della presentazione londinese della pellicola - e con Fury abbiamo voluto raccontare le conseguenze che ogni conflitto ha da sempre su chi lo combatte: il dramma interiore che vive ogni soldato”.
Dramma interiore che, però, si intreccia spesso con la crudeltà del più diretto horror war movie raccontando, tra scoppi ed esplosioni, la storia dall’interno del carro armato dove si muovono e vivono questi uomini disperati trasformati in vere e proprie macchine per uccidere. La critica ha già promosso il realismo della pellicola ma si attende ancora il parere del pubblico che Brad Pitt non riesce ad immaginarsi. “Non so che effetto farà sul pubblico tutta questa brutalità - ha commentato infatti - ma quello che mi auguro è che i soldati, vedendo questo film, si sentano trattati con rispetto. Nonostante la violenza delle immagini”.
“Papà guerra”, invece, ha le idee chiare sull’effetto che la pellicola ha avuto su di lui. “Fury è un film che mi ha arricchito - conclude infatti - ma più che sul fisico ho dovuto lavorare sulla leadership, sull'arte del comando. E ho imparato che l'autorità non esiste senza il rispetto. Per questo sono sicuro che l'esperienza su questo set mi abbia reso anche un padre migliore”.
Insomma, anche quando è a bordo di un carro armato Sherman M4 (dall'azzecato nome Fury) Brad si conferma un padre esemplare.
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