L'Osteria di Massimo Bottura medaglia d'argento agli Awards della cucina

Se siete o passate a Modena sappiatelo: l’Osteria Francescana dello chef Massimo Bottura è il secondo più buono al mondo. Per trovare l’unico che fa meglio di lui bisogna andare a trovare i fratelli Joan, Josep e Jordi Roca, a Girona in Catalogna, nel loro El Celler de Can Roca che si è aggiudicato la medaglia d’oro. Ai Grammy Awards della cucina che ogni anno consacrano gli chef al successo planetario, Bottura non è certo una new entry: per il sesto anno è nella top five, nel 2014 aveva raggiunto il podio. Trecentosessantacinque giorni dopo, lo chef più conosciuto al mondo, 3 stelle Michelin e Ambassador di Expo2015, ha scavalcato il danese Noma di Copenhagen in una corsa che lo candida a fare di più, ancora di più, senza perdere il suo stile. 

Perché a leggere i commenti pubblicati su TripAdvisor da chi da Bottura ci è stato, si capisce come non solo la sua arte in cucina ma anche il suo modo di fare “francescano” renda il tutto più unico che raro: “Tutto perfetto, qui si viene per una esperienza che va al di là del semplice cibo. Bottura esce a salutare e scambiare qualche parola con tutti, si paga l'ambiente piccolo, i pochi coperti e probabilmente le 25 persone che ci lavorano: è una piccola azienda” dice l’utente pettaspagna. “Ambiente molto impostato, come previsto, ma quando arriva il sig. Bottura e si ferma al tavolo a chiacchierare tutto diventa familiare. Squisita la spuma di mortadella, di cui avevo tanto sentito parlare” gli fa eco 007gaia. “La sola parola che viene spontanea dopo avere gustato un menù di Bottura è "ECCELLENTE" !!!! ma non solo x la cucina comprende anche servizio e l' atmosfera. Da non perdere!!!” rincara la dose Leopoldo620.

Insomma, il Bottura già Premio Nobel della Gastronomia (così è soprannominato il White Guide Global Gastronomy Award, ricevuto a Stoccolma nel 2014), nonché miglior chef al mondo - titolo assegnato dall'Académie Internationale de la Gastronomie che gli ha riconosciuto il Gran Prix de l'Art de la Cuisine - continua a macinare riconoscimenti. La sua cucina, che ha fatto della valorizzazione delle materie prime più semplici e della tradizione delle massaie il suo cavallo di battaglia, che all’inaugurazione di Expo2015 ha proposto il menù anti-spreco, è un invito a migliorarsi senza dimenticarsi mai da dove si arriva, affinando le risorse, senza cercare l’exploit, perché il bello e buono non hanno bisogno di orpelli ma di dedizione, gentilezza e anche una "sana dose di irriverenza adolescenziale", come ama definirla.  

Bottura non fa la star: vive a pochi passi dall'Osteria, con la moglie Laura, in una casa-scrigno di passioni. Per le opere d'arte, per i vinili, "che colleziono da quando ho 14 anni", e per le scarpe, rigorosamente New Balance ("ne ho ben 100 paia"). Una casa che dà vita alle sue creazioni: "è il posto dove assaggio le materie prime e sperimento gli abbinamenti, e con me lo fa la mia famiglia, per cercare sempre i sapori migliori".

Dietro di lui si sono piazzati il Noma di Copenhagen, il peruviano Central di Lima, l'Eleven Madison Park di New York, il Dinner by Heston Blumenthal di Londra, il Narisawa di Tokyo, il Dom di San Paolo (quello gestito dal famoso cuoco Alex Atala, che recupera gli ingredienti anche nel Rio delle Amazzoni e, infine, il Gaggan di Bangkok in Thailandia.

Per trovare gli altri italiani bisogna scorrere la classifica fino al 27esimo posto, occupato da Piazza Duomo, ad Alba e poi al 34esimo, dove si trova Le Calandre, a Rubano, in provincia di Padova. Certo, per la Patria del mangiar bene si poteva sperare in qualcosa di più. Poco male, la classifica si rinnova ogni anno. E Bottura è un treno in corsa.