"FiveOcloCk": il tè delle 5, con Carlotta Mariani, alla scoperta del mondo

Nel blog di Carlotta Mariani, "FiveOcloCk", non solo ricette ma anche tradizioni, benefici e curiosità sul tè, leggendaria bevanda che oggi è alle porte di una nuova era (grazie al matcha).

Carlotta Mariani, 30 anni, giornalista, ha aperto "FiveOcloCk" nel 2009.


FiveOcloCk è nato come un compito a casa e si è trasformato nella vetrina (premiata e riconosciuta) della sua passione, il . Carlotta Mariani ha trent’anni e come le trentenni più in gamba del Terzo Millennio che si barcamenano tra una partita iva e più lavori, riesce anche a trovare il tempo per coltivare il suo sogno, coccolare il suo gatto Yoshi, stare all’aria aperta, leggere libri (per lo più sul tè), ascoltare musica e viaggiare. “Almeno con la fantasia” dice con il suo accento romagnolo contaminato da quello milanese, lei che “ogni riccio un capriccio”, è nata e cresciuta a Riccione, si è trasferita a Milano per studiare prima Lettere Moderne poi giornalismo, è volata fino in Norvegia per sei mesi e infine è ritornata sotto il Duomo per lavorare in una redazione e collaborare in un’altra. Un giro tondo che grazie al tè continua a farla girare intorno al mondo perché “ogni tazza è lo specchio di una cultura, racconta profumi, sapori, tradizioni e contaminazioni e riesce a portarti lontano”. Lei che lontano ci vuole andare, sogna l’Asia, culla del tè, e lei che per i suoi 30anni si è regalata il biglietto semestrale all’Expo2015 che il mondo gliel’ha portato dietro casa. 

Che tè sei?

Sicuramente un tè verde, direi il cinese long-jing. Non so perché sono così affezionata a queste foglie, hanno un sapore molto forte, ricordano il gusto delle castagne, a volte mi dà addirittura fastidio berlo. Forse perché è antico, ha una lunga trazione, è legato a molte leggende e in qualche modo assomiglia alla parte di me più sognatrice.   

Perché il tè? 

Perché nel 2009, quando ho iniziato, pochissimi blog in Italia parlavano di tè. FiveOcloCk è nato come un compito del master in giornalismo e si è trasformato nella mia valvola di sfogo, nel pretesto per scoprire il mondo da una tazza e un po’ di foglie e nell’angolo dove sognare il mio futuro. E poi perché il tè si traduce in convivialità, chiacchiere. Il tè non è come il caffè: non puoi buttarlo giù bollente tutto d’un sorso, devi avere il tempo di gustarlo.

Che cosa sogni per il tuo futuro?

Mi piacerebbe aprire una tea-room con cat-cafè annesso. Unire le due passioni e trasformarle nel mio lavoro. Nell’attesa getto le basi e grazie al blog - aggiornato rigorosamente alle 5 del pomeriggio - sto studiando la materia prima, le tradizioni e le preparazioni. Voglio che FiveOcloCk diventi un punto di riferimento per tutti gli amanti del tè.

Come sta il tè, oggi?

Non tanto bene. O meglio, quello tradizionale, penso a quello inglese, nero, che senza latte è impossibile da bere, rischia di essere soppiantato dal caffè. Mentre gli americani che si sono innamorati del matcha, il tè verde giapponese molto antico, e hanno avuto il coraggio di sperimentarlo in ricette alternative, lo stanno riscoprendo. Basta entrare in uno Starbucks per rendersene conto: quelli che ordinano matcha-cappuccino sono sempre di più.

Matcha-cappuccino? 

Sì, matcha-cappuccino! Il matcha è un tè giapponese che si presenta in polvere, ha un sapore molto forte che ricorda le alghe e il mare. Qualcuno lo conoscerà anche con il nome di cacao verde. La lavorazione delle sue foglie, in Giappone, è una tecnica antica che richiede tempo: la pianta viene ricoperta in modo che rimanga in penombra e le foglie sviluppano un colore molto acceso e un sapore molto dolce. Le foglie, una volta raccolte, vengono direttamente macinate e trasformate in polvere senza le usuali fasi di appassimento, arrotolamento ed essiccazione. Questo permette al matcha di avere un contenuto di antiossidanti maggiore degli altri tè verdi. In più il tè matcha è ricco di vitamine, sali minerali, clorofilla e (attenzione per chi soffre di insonnia) caffeina e teina quasi quanto una tazza di caffè. Devo essere sincera: io lo preferisco per cucinare.

Il tè? Per cucinare?

Eccome! Oltre al già citato matcha-cappuccino, io ho sperimentato parecchie ricette: uno smoothie con tè matcha e frutti gialli (un’ottima colazione o merenda estiva), oppure il salmone norvegese con salsa verde al tè matcha, ma anche la piadina al tè matcha con sbrinz, mela e cotto alle erbe. E poi ancora i tartufi di cioccolato e tè matcha, i muffin al matcha e gocciole di cioccolato bianco, la crema pasticciera al matcha, le castagnole al matcha, il tiramisù al matcha e la panna cotta al matcha. Ma ce ne sono ancora molte altre da inventare. Ora sono nella fase creativa. 

Chi sono le tue cavie?

Naturalmente il mio fidanzato che non ha peli sulla lingua e poi tutti quelli che mi conoscono! Ho la cattiva abitudine di regalare a tutti del tè. Poi chiedo scusa ma è più forte di me. Ho contagiato amici, parenti, colleghi. La prima cosa che ho portato in ufficio è stata un bollitore.

Sei cresciuta a tazze di tè?

Macché! In casa mia non si beveva, l’ho conosciuto al liceo, grazie alla mamma di una mia compagna che ogni volta me ne faceva provare uno diverso. Mi ha conquistata e abbiamo iniziato a scambiarci bustine: negli anni ho messo insieme una collezione infinita. Da un po’ di anni, però, il mio tè (più d’uno) quotidiano è fatto solo a partire dalle foglie. 

C’è un tè per ognuno?

C’è un tè per ogni stato d’animo. Per esempio: il tè di una giornata di pioggia è un floreale, il tè di un pomeriggio d’inverno è speziato, il tè dell’estate è un oolong semi-ossidato. Senza dimenticare il tè freddo che io consiglio di preparare lasciando in infusione un cucchiaio di foglie ogni mezzo litro d’acqua fredda, per sei ore: basta ricordarsi di farlo alla sera e il giorno dopo ne avrete a volontà. Anche il giorno dopo ancora, se ne rimane, opzione che a me, però, non succede mai.

Copyright foto: Carlotta Mariani
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