Nozze gay: l'Irlanda vota (in massa) sì al referendum
Nozze gay: l'Irlanda vota sì. Favorevoli oltre il 60% dei votanti che, per la prima volta nel mondo, sono stati chiamati ad esprimersi in un referendum sui matrimoni tra omosessuali.
Matrimoni per tutti, senza distinzioni di sesso. L'Irlanda ha detto sì, alle nozze tra omosessuali. Con una larga maggioranza, il cattolicissimo paese dove fino a poco più di vent’anni fa (e dove ancora oggi l’aborto è proibito, a meno che la madre non sia in pericolo di vita) ha compiuto una vera e propria rivoluzione.
L’onda arcobaleno del referendum, guidata dal premier Enda Kenny - che su questo voto ha scommesso gran parte della sua credibilità politica, invitando il paese a dire sì - ha travolto l’opposizione di gran parte del mondo cattolico tradizionalista. Non di tutti i credenti, però, perché a Dublino e dintorni non sono pochi i movimenti guidati da preti e suore “dissidenti” che si sono schierati per il sì. Salvo ammettere la sconfitta, nel tardo pomeriggio di sabato 23 maggio, un giorno che ha cambiato la storia e che è destinato a fare storia. Si tratta infatti della prima volta nel mondo in cui un popolo è chiamato a esprimersi in merito.
Alla vigilia del voto l’esito sembrava ancora incerto. Poi, nelle ultime ore, si è capito che moltissimi irlandesi emigrati all’estero stavano rientrando in patria per partecipare alla consultazione. In gran parte giovani, hanno fatto pendere la bilancia dalla parte dei “diritti, dell'amore e dell'eguaglianza, del matrimonio uguale per tutti”, per usare le parole dello stesso Kenny. Che, durante la campagna elettorale, ha sostenuto: “Il sì cancellerà le restanti barriere del pregiudizio o della paura irrazionale di «loro» rispetto a «noi»”. La forza d’urto del sì è stata tale che il governo ha reso pressoché ufficiale l’esito del referendum a conteggi ancora in corso.
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