Smettere di russare: cause, rischi e rimedi
Bando ai rimedi della nonna e anche ai cerotti per smettere di russare. I disturbi del sonno vanno guariti in via definitiva. La scienza ci dà una mano contro la roncopatia con nuove scoperte, app e tecnologie in via di commercializzazione.
La notizia non è delle migliori. Se il troppo russare rende complessa la vita di coppia, il problema della roncopatia (termine tecnico che indica il russamento cronico patologico) mette a rischio anche la salute.
I rischi
Stando ad uno studio della New York University, infatti, i disturbi del sonno possono aumentare le possibilità di ammalarsi di Alzheimer. Il problema riguarda in particolare chi russa pesantemente, ma ovviamente anche chi ha altri problemi cronici legati al sonno: sono soggetti potenzialmente a rischio di perdere più facilmente la memoria (un decennio prima dei coetanei), nonché di ammalarsi di Alzheimer prima di altre persone della medesima età. La causa, spiegano i ricercatori, risiederebbe nelle apnee connesse al russamento, perché il breve arresto della respirazione notturna colpirebbe le attività cognitive. Analizzando i casi di 2470 persone di un'età media di 73 anni, infatti, i ricercatori hanno potuto determinare che chi soffre di russamento e apnea nel sonno e non cura il disturbo, sperimenta una perdita delle capacità mentali anticipata rispetto agli altri soggetti della medesima età.
L'app del sonno
Rimane quindi un problema. Come capire qual è il grado del proprio russamento, e soprattutto se è correlato ad apnee notturne? La prima, ovvia, soluzione è quella di recarsi dal medico o in un centro per i disturbi del sonno, qualora si sospetti di soffrire di questo problema. Altrimenti, tra qualche anno si potrà tentare con il proprio smartphone: no, non per cercare stravaganti soluzioni e rimedi della nonna online. Ma per scaricare la nuova app dotata della stessa (o quasi) accuratezza di un polisonnografo, ovvero lo strumento medico predisposto a questo scopo. L'app in questione ha il nome, poco fantasioso, di Apnea App, ed è stata creata da un gruppo di ricercatori dell'Università di Washington, che il mese prossimo la presenterà al convegno annuale della Associated Professional Sleep Societies. L'applicazione mobile, che dovrebbe essere commercializzata entro 1-2 anni, registrerà il respiro del paziente tracciandone il sonno, in modo da distinguere il semplice (per quanto fastidioso) russare dalle vere e proprie apnee notturne, caratterizzate dall’ostruzione delle vie aree, che portano all'interruzione del respiro: questo può causare risvegli improvvisi nel cuore della notte. Ma anche, come abbiamo visto, problemi a lungo termine. Mentre nel medio-breve periodo i soggetti vedono peggiorare la qualità del sonno, la capacità di concentrazione e le proprie condizioni cardiovascolari.
La nuova tecnologia
Infine, il rimedio. Anch'esso (ahimè per russatori e compagni) commercializzato in futuro. Si tratta di un particolare dispositivo per uso ortodontico-ortopedico, il cui brevetto è stato depositato da un'azienda italiana, la LTO Antonio Nappo di Poggiomarino (NA). Si tratta in pratica di un dispositivo che serve per riposizionare correttamente la mandibola, che nasce originariamente per pazienti in fase di crescita (7-14 anni), ma il cui utilizzo è versatile, e adatto a scopi diversi. "Tra questi è possibile usarlo anche per il trattamento delle OSA (sindrome da apnea ostruttiva) e il russamento abituale, che nelle OSA può rappresentare la fase iniziale di una malattia che si aggrava progressivamente nel tempo, o il sintomo clinicamente più rilevante in fase conclamata", spiega Antonio Nappo. "Il russamento è dovuto alla vibrazione dei tessuti molli (palato molle, uvula) dell’area oro-faringea al passaggio dell’aria in ispirazione. Le apparecchiature mobili usate agiscono riposizionando e mantenendo la mandibola e la lingua in posizione avanzata, in tal modo da aumentare il volume delle vie aeree, con una drastica riduzione della resistenza al flusso aereo. Inoltre si accresce il tono dei muscoli".
Questo nuovo dispositivo è ancora in attesa delle linee guida che saranno necessarie per la commercializzazione (che avverrà in un tempo compreso tra i sei mesi e l'anno), ed essendo un dispositivo medico su misura, in futuro per poterlo utilizzare sarà necessario parlarne con il proprio dentista o odontoiatra.
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