Kurt Cobain come non l'avete mai visto nel documentario di Brett Morgen

"Cobain: Montage of heck" è il primo documentario autorizzato su Kurt Cobain. A realizzarlo il regista candidato all'Oscar Brett Morgen che ha avuto a disposizione una mole immensa di materiale inedito. Sarà nelle sale italiane il 28 e 29 aprile.

Kurt Cobain si suicidò il 5 aprile 1994 nella sua casa di Seattle con un colpo di fucile.


Tutti sanno chi è Kurt Cobain, nessuno, però, l’ha mai visto così come lo mostrerà il regista candidato all'Oscar Brett Morgen nel suo Cobain: Montage of heck, il primo documentario completamente autorizzato sul rocker morto suicida a 27 anni il 5 aprile 1994. Beninteso: quello che dopo il debutto al Sundance e la presentazione a Berlino, arriverà nelle sale italiane il 28 e 29 aprile da Universal non sarà "un film sui Nirvana o sul grunge ma sul viaggio interiore di Kurt Cobain attraverso la vita, su una personalità complessa capace come poche di esprimersi così profondamente attraverso varie forme d'arte"

D’altra parte, dalla sua, il regista aveva Frances Bean Cobain, la figlia 22enne di Kurt, ore e ore di una quasi autobiografia audio e video inedita lasciata da Cobain, uno smisurato archivio composto da filmini casalinghi (dall'infanzia alla sua vita con Courtney Love e la figlia, nata nel 1992), 4000 pagine di diario, fra disegni (che il regista presenta anche animati), riflessioni, poesie, e oltre 200 ore di registrazioni, canzoni (sia le sue canzoni più famose che incisioni mai ascoltate prima), provini e racconti in prima persona di momenti della sua adolescenza (come il primo tentativo di suicidio). Per non parlare delle foto, ricostruzioni animate, immagini di concerti, passaggi delle sue interviste più famose e le conversazioni con i genitori di Cobain, Don e Wendy, la sorella Kim, la prima fidanzata, Tracy Marander, la vedova Courtney, l'amico e compagno di band nei Nirvana Krist Novoselic. Insomma, abbastanza per costruire un ritratto vero e proprio che scava nell’anima e nell’arte di Kurt. E lo fa così bene da guadagnarsi il pieno avvallo di chi più l’ha amato da vivo, nella sua dimensione intima e privata.   

Il progetto mi è stato offerto otto anni fa da Courtney - racconta Morgen all'ANSA -. Pensavo di iniziare subito ma è servito tempo per risolvere ogni problema di diritti”. Da parte di Courtney e Frances “non c'è stata nessuna interferenza o veto, mi era stato garantito dall'inizio pieno accesso al materiale e il director's cut. Raramente ho potuto lavorare così liberamente”.

Montage of heck (il titolo riprende quello di un'audiocassetta registrata nel 1988 dal musicista) inizia raccontando l'infanzia ad Aberdeen e i primi traumi, con i genitori che dopo il divorzio se lo palleggiano tentando più volte di liberarsene; poi passa all’adolescenza turbolenta, agli esordi con la musica e la droga (l’eroina), racconta il grande (e straniante) successo arrivato con i Nirvana, l'amore con Courtney Love, il difficile rapporto con i media, la dipendenza sempre più forte dalla droga e, infine, la depressione degli ultimi tempi. 

Quando ho potuto visionare tutto il suo materiale mi sono sentito come nel finale de I soliti sospetti, quando tutti i pezzi del puzzle trovano posto - dice il regista -. Ascoltando decine di volte alcuni nastri, ho avuto come un'epifania, ho capito che la cosa che Kurt temeva di più fosse essere umiliato e ridicolizzato. Si sente così quando i genitori divorziano, quando viene preso in giro dai compagni, quando i media lo criticano. Me l'hanno confermato Krist Novoselic, Courtney Love, e anche nei testi delle sue canzoni è un tema che torna costantemente. Pur non essendo questo un film sul perché Kurt si è suicidato alla fine è naturale tirare qualche conclusione”.

Inizialmente, continua il regista “volevo fare un film senza testimonianze esterne, ma mi sono reso conto di come soprattutto per raccontarlo nel periodo del successo mi servissero anche altre voci, perché nelle interviste raramente si apriva - spiega -. Così ho pensato a tre, quattro personaggi fondamentali”. Non Dave Grohl, per chi se lo fosse aspettato: purtroppo, il grande amico e componente storico dei Nirvana, oggi leader dei Foo Fighters, ai tempi era impegnato: “Quando l'ho contattato non poteva perché stata registrando il suo nuovo album. Poi mentre stavo finendo il montaggio, mi ha chiamato per dirmi che era disponibile. Ho fatto una lunga intervista con lui, ma non sono riuscito a trovare l'equilibrio giusto per inserirlo”.

Poco male, l’intento è riuscito comunque e il mondo si è già messo in fila per affacciarsi alla finestra aperta da Brett Morgen nella vita di un uomo che ha ispirato una generazione ed è diventato un’icona immortale. 



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