Scientology senza veli: domani il documentario di Alex Gibney
Il percorso che domani porta nelle sale il documentario - ovviamente disconosciuto dall'organizzazione che promette battaglia con una schiera di 160 legali pronti all'arringa - inizia nel 2009, quando Paul Haggis decide di lasciare l'organizzazione di Ron Hubbard e il giornalista Lawrence Wright lo racconta sul New Yorker evidenziando l'incredulità e la vergogna dell'ex adepto che, come tutti gli ex - per altro persone colte e illuminate - , non riesce a spiegare come avesse potuto farne parte per così tanto tempo. Da lì la decisione del giornalista di scavare di più e più in profondità, lavoro che nel 2012 si trasforma in un libro e ora, grazie al regista premio Oscar, nel documentario che trasferisce sul grande schermo i lati nascosti dei protagonisti.
Vedi Ron Hubbard, lo scrittore di fantascienza indagato nelle vesti dell'ambizioso sognatore che negli anni Cinquanta stravolge il suo ruolo in guerra, viene accusato di abusi sulla moglie Polly, fonda il credo che attinge dalla mitologia aliena, coltiva la cultura della celebrità e non esita a ricorrere ad azioni legali contro chi prova a mettergli i bastoni tra le ruote. Insomma, non certo un guru, piuttosto un abile collezionista di donazioni ed esenzioni fiscali a capo dell'organizzazione che lui chiama chiesa ma molti considerano una vera e propria setta che fa scalpore fin dagli esordi attirando artisti come Leonard Cohen e alcuni membri dei Grateful Dead.
Il segreto del successo - sostengono gli ex - sta tutto nell'auditing, un processo mediante il quale un inquisitore chiede a un membro (o un membro potenziale) di affrontare dolori passati e rimpianti segreti: sul momento un atto liberatorio per il neofita che, però, rischia di trasformarsi in una spada di Damocle in mano all'organizzazione che conserva con grande cura tutte le conversazioni-confessioni fatte con gli adepti più o meno celebri. Secondo Jesse Prince, un ex funzionario di Scientology, il più esperto in materia sarebbe John Travolta che prima aderì, poi confessò le sue tendenze omosessuali, e quando negli anni Ottanta decise di lasciare la chiesa - minacciando di sposare il suo boyfriend - il suo primo timore fu quello di essere additato come gay. E cambiò idea.
Il libro di Wright parla anche di altri famosi adepti di Scientology, Tom Cruise soprattutto che - alla ricerca di una nuova moglie dopo la separazione da Penelope Cruz - avrebbe invitato a finte audizioni per una parte in un film della serie Mission: Impossible dive come Scarlett Johansson, Kate Bosworth, Jessica Alba, Lindsay Lohan. Salvo poi lamentarsi - riferisce ancora il giornalista del New Yorker, Lawrence Wright - con la sorella e con l'amico e leader della setta David Miscavige che "nessuno riusciva a trovargli una ragazza" . Detto fatto: Miscavige avrebbe immediatamente ordinato a membri di Scientology di mettersi in caccia. E Tom Cruise trovò moglie.
Insomma, dopo La Scelta di Sophie del 1982 con Meryl Streep e The Master, il film di Paul Thomas Anderson ispirato anche se non ufficialmente alla storia di Scientology, Going Clear è l'ennesimo tentativo di Hollywood di sollevare il velo dall'organizzazione più discussa del Novecento. Operazione che non piacerà all'organizzazione che ha già fatto sentire la sua voce: "Il sig. Gibney - sostiene Luigi Brambani dall'Ufficio Affari Pubblici della Chiesa Nazionale di Scientology d'Italia - ha rifiutato di rispondere a più di una dozzina di lettere con le quali Scientology chiedeva di avere la possibilità di affrontare ogni accusa e si è rifiutato di incontrare 25 persone che si erano recate a New York per parlargli e per rispondere alle accuse riportate nel documentario". Per vedere l'effetto della deflagrazione non resta che aspettare lunedì mattina.