La Bbc censurò Lady D (da morta) per non urtare i reali

Nel 2007 la Bbc censurò il documentario di Kevin Sim dal titolo "Diana: her story, her words" che avrebbe avuto un effetto "dinamite per i Windsor". Resta da chiarire se l'ordine arrivò dall'interno o dall'alto. Nel frattempo il Principe Carlo ha smentito qualunque ingerenza.

Le rivelazioni di Diana Spencer, la Principessa del popolo, continuano a far tremare i vetri di casa Windsor.


Tra moglie e marito non mettere il dito. Se uno dei due è il prossimo re d’Inghilterra (almeno in linea teorica), il principio diventa ancora più sacrosanto: meglio evitare di andare a pescare nel torbido, onde evitare di scatenare malumori nelle altissime sfere. Così pare sia andata perfino in casa Bbc. La tv pubblica inglese - un gigante dell’informazione mondiale che fa della sua irreprensibilità una bandiera - nel 2007 censurò il documentario dal titolo Diana: her story, her words sulla Lady più amata dal popolo perché - a detta del regista Kevin Sim - avrebbe potuto urtare la famiglia reale, nonostante Diana fosse morta ormai da dieci anni. Il condizionale è di cortesia, dal momento che quasi tutte le rivelazioni su Diana e dintorni hanno regolarmente provocato reazioni stizzite negli inquilini di Buckingam Palace. 

A raccontare la storia della pellicola eliminata improvvisamente dal palinsesto, lo stesso Kevin Sim: le interviste con la principessa del popolo che il documentario conteneva avrebbero avuto l’effetto di "dinamite per i Windsor". Confessioni registrate nei primi anni Novanta dall’istruttore per la voce di Diana, Peter Settelen. Lunghe chiacchierate nelle quali si parlava a ruota libera di argomenti quanto meno scottanti per la Casa reale: il divorzio, all’epoca ancora da annunciare al mondo, tra la stessa Diana e Carlo e la relazione di quest’ultimo – anche questa tenuta segreta, con successi alterni - con il suo grande amore di tutta la vita Camilla Parker Bowles, poi diventata moglie del principe di Galles. 

Nessuno dubita dello stile di Diana: difficile che si sia lasciata portare oltre le righe, almeno da un punto di vista formale. È però abbastanza facile immaginare che la sua stessa classe le abbia permesso di dire le perfidie più crudeli con il sorriso sulle labbra. Un'arte che Lady D ha sfoderato nella celebre intervista alla Bbc del 20 novembre 1995 in cui, con nonchalance ha rivelato la sua relazione con James Hewitt, suo istruttore di equitazione, dicendo: "Sì, lo adoravo", e ha liquidato la rivale Camilla con la frase che rimarrà celebre: "Eravamo in tre in questo matrimonio, un po' troppo affollato". 

Bisogna però tener anche conto delle rivelazioni della biografia del principino dal titolo Prince Harry: Brother, Soldier, Son scritta dalla giornalista Penny Junor in libreria da settembre 2014 che dipinge la principessa come una donna insicura, autodistruttiva che faceva chiamate intimidatorie a Camilla della serie: "Ho mandato qualcuno a ucciderti". E poi, ancora: "Sono fuori nel giardino. Guarda fuori dalla finestra, puoi vederli?".

Non è chiaro invece se la censura sia stata automatica, cioè decisa in autonomia dai vertici della Bbc, o suggerita da qualche esponente della casa reale. Nei giorni scorsi è circolata voce che lo stesso Carlo abbia fatto pressione per evitare la messa in onda di un altro documentario, Reinventig the Royals che torna a ripercorrere il passato della famiglia reale. Clarence House (la residenza di Carlo) ha smentito qualunque tipo di ingerenza da parte del principe. Ma è ancora troppo presto perché l'ultima parola sia detta. 


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