Malattia di Lyme: sintomi, stadi e cure

La malattia di Lyme è causata da un batterio patogeno tramesso dalla puntura di zecca, la cui diagnosi si effettua in caso vi sia un alto rischio di esposizione o vi si trovi in regioni a rischio. Nel 30% dei casi la puntura della zecca non è visibile e la maggior parte dei sintomi osservati non sono specifici della malattia. In taluni casi solo esami biologici possono confermare la diagnosi.

Trasmissione

Il parassita borrelia appartiene alla classe dei batteri a forma spirillare trasmesso da vettori quali pulce e zecca. Essi danno origine a malattie parassitarie quali la borreliosi (o malattia di Lyme) il cui aumento in crescita costituisce un soggetto di studio di salute pubblica.

Si definisce borrelia burgdorferi un gruppo di trenta batteri che sono suscettibili di essere patogeni per l’essere umano. L’espressione borrelia burgdorferi può anche definire un batterio responsabile della malattia di Lyme. Questo è un batterio che si ritrova in America del Nord e in Europa. A livello genetico, la borrelia burgdorferi america è differente dalla borrelia burgdorferi europea ma la malattia di Lyme può essere trasmetta da entrambi i ceppi. La borrelia afzeli è un batterio appartenente ad un basto gruppo di borrelia tipico dell’Asia e di alcune zone dell’Europa dell’Est. Questa varietà, meno frequente, è capace di infettare gli esseri umani attraverso la zecca e che dà vita ad alcune forme specifiche della malattia di Lyme (solitamente trasmessa dalla borrelia burgdorferi). Nel caso in cui il morbo di Lyme venga trasmesso dalla borrelia afzeli, verranno manifestati sintomi cutanei predominanti.

In Europa la borreliosi (malattia di Lyme) è trasmessa principalmente dalla zecca lxodes ricinus, che vive in zone boscose e umide, praterie e parchi (anche quelli urbani). Questa zecca può trasmettere gli agenti patogeni in tutti i suoi stadi di sviluppo. Gli specialisti precisano che le zecche non sono presenti a oltre 1500 metri di altitudine.

Sintomi

Gli arti inferiori, cosce e gambe, sono i più colpiti dalla puntura della zecca. Ma anche le altre parti del corpo, come il cuoio capelluto, possono essere interessate. I sintomi della malattia di Lyme sono costituiti da eritema migrante, eruzione cutanea che appaiono anche alcune settimane dopo il morso, lombaggine, dolori articolari, e in alcuni casi anche paralisi. Questa fase detta primaria si caratterizza essenzialmente da un rossore centrale attorno al morso che tende ad aumentare progressivamente creando una forma ovale che può arrivare a misurare fino a 10cm. Questo rossore non provoca prurito ed è generalmente più scuro al bordo. La malattia di Lyme può causare (le stime sono tra i 5 e i 10 casi all’anno) anche meningoencefalite da zecca, causata da un virus che tocca il sistema nervoso e può portare al decesso. Non esistono trattamenti specifici am un vaccino è raccomandato per coloro che viaggiano in regioni ad alto rischio. Quali alcuni paesi dell’est.

Stadi

La malattia di Lyme evolve in diversi stati diversi a seconda del soggetto colpito. Tre gli stati più o meno lunghi che possono essere osservati.

===Primo stadio==

Le manifestazioni cutanee, come accennato, eritema migrante, rappresentano le prime manifestazioni della malattia riguardante più dei tre quarti delle persone colpite, che appaiono circa a 3 giorni o un mese dopo la puntura della zecca. L’eritema inizia nel punto in cui è avvenuto il morso e presenta una forma maculare eritematosa, di circa 5cm, indolore, centrata nella posizione morso. Una sensazione di calore è spesso avvertita, mentre è riportato del prurito. Questa lesione può spesso passare inosservata. Un anello rosso appare spesso attorno alla parte centrare e il 20% delle persone colpite non presenta eruzione cutanea e non si rende conto di essere stata punta. Questa lesione si estende rapidamente nel giro di qualche giorno ma scompare in 7 giorni se curata con un trattamento prescritto per evitare il sopraggiungere di date complicazioni.

L’eruzione cutanea può accompagnarsi a manifestazioni evocatrici di una sindrome influenzale, come stanchezza, temperatura alta, dolori muscolari, mal di testa, brividi, artralgie e aumento del volume delle ghiandole linftiche.

Secondo stadio

Tra i sintomi manifestabili nel secondo stadio della malattia di Lyme troviamo stanchezza e debolezza estrema, dolori e rigidità articolare intensa, mal di testa, debolezza a libello dei muscoli del viso, irritazione degli occhi, eruzioni cutanee e irregolarità del rimo cardiaco. Se la malattia continua a progredire essa entrerà nel terzo stadio, e in assenza di trattamenti la malattia continuerà ad evolvere toccando sempre più organi. Possono apparire disturbi del sonno, episodi di tachicardia, aggravarsi della stanchezza, lombaggini sempre più invalidanti, dolori durante la masticazione, disturbi della vista difficoltò ad effettuare sforzi fisici dolori alle braccia, alla schiena e alle gambe.

Terzo stadio

Durante il terzo stadio della malattia di Lyme, che può prolungarsi durante anni, le manifestazioni presenti al secondo stadio della malattia si aggravano e appaiono altre manifestazioni. Tra i sintomi reumatologici, possono apparire artrite di Lyme, che corrisponde a balzi di artrite recidiva d’evoluzione cronica. Tra i sintomi neurologici, può apparire tra le 4 e le 6 settimane, una neuroborrellosi provocante dei dolori violenti e delle parestesie, spesso notturne, percepiti su zone nervose site attorno al morso della zecca. Possono essere osservati una meningite linfocitaria e patologie dei nervi cranici con una paralisi facciale periferica, disturbi della visa, dell’orientamento e della concentrazione, perdita di memoria, episodi aggressivi e depressione. Tra i sintomi cutanei l’eritema continua ad evolvere e possono essere osservati episodi di disturbi del ritmo cardiaco, episodi di disnapea, oppressione e tosse. Durante questa face non è raro osservare manifestazioni di infezione delle vie urinarie, dolori intestinali e diarrea. I dolori muscolari si aggravano e si estendono ai tendini rendendo la vita quotidiana sempre più difficile e paralizzante. Anche se non frequenti, possono sopraggiungere infiltrazioni della cornea, uveite anteriore o una paralisi oculo-motrice.

Le manifestazioni cutanee si trasformano e continuano ad estendersi e a modificarsi. La pelle diventa violacea, tendente ad una colorazione nera, edematica, che tende a infragilirsi per diventare sottile e atrofizzata. Sopraggiungono allora lesioni caratteristiche dell’acrodermite cronica atrofica o malattia di Pick-Herxheimer e linfoma cutaneo benigno. Episodi d’artrite continuano ad evolvere senza periodi di remissione. Manifestabili anche episodi di encefalomielite.

Diagnosi

Una sierologia consente di trovare la presenza di anticorpi anti Borrelia che può essere effettuata a partire dal prelievo cutaneo o dal LCR. I test sierologici (analisi del sangue) consentono di identificare gli anticorpi specifici della malattia. Tuttavia, trattasi di una malattia difficile da diagnosticare poiché gli anticorpi non sono visibili durante le prime 6 settimane dal momento dell’infezione. I test includono il test ELISA indiretto (ricerca di anticorpi), il test Wester-Blot (studio della natura degli anticorpi identificati dal primo test), l’immunofluorescenza indiretta, la cui qualità di lettura è dipendente dall’operatore.

La sierologia potrà essere proposta tra la 4° e la 6° settimana, come già precedentemente accentato, poiché gli anticorpi anti borrelia appaiono intorno alla 2° e 4° settimana con un picco verso la settima o ottava settimana. La positività della sierologia non permette di sapere se l’infezione è vecchia o attuale né di distinguere se è attiva o vecchia, né se trattata o meno. Una sierologia positiva non è sempre in rapporto con un’infezione attiva, ma è spesso correlata ad un contatto precedente con i microorganismi borrelia. Tuttavia è consigliato di prendere in considerazione un trattamento di prova antibiotico se vi si sospetta di una borreliosi con manifestazioni evocatrici della malattia di Lyme, senza attendere i risultati degli esami sierologici, che possono risultare negativi, anche se l’infezione è presente. L’interpretazione dei risultati sierologici è difficili poiché essi costituiscono falsi negativi e falsi positivi: falsi negativi all’inizio dell’infezione cutanea, senza eliminare la malattia; falsi positivi in caso di una reazione incrociata con altri micro-organismi.

Cura

Un trattamento antibiotico è prescritto precocemente al fine di evitare le complicazioni della malattia e accelerare la guarigione. Un anti bioterapia rischia di avere effetti meno positivi su soggetti la cui diagnosi è stata fatto troppo tardi, e rischia di presentare manifestazioni recidive o persistenti. I soggetti che necessitano di un trattamento per un’iniezione di fievole intensità hanno una prescrizione antibiotica, via orale, per una durata da 3 a 4 settimane. Diversi gli antibiotici prescritti: Doxiciclina ®, Amoxicillina®, Cefuroxima® e Ceftriaxone ®. La doxiciclina® è l’antibiotico più prescritto consigliato sia agli adulti che ai bambini a partire dai 9 anni, ma è contro indicato durante la gravidanza e l’allattamento. L’amoxicillina ®, invece, è prescritta a bambini sotto i 9 anni. In caso di infezioni più gravi, con manifestazioni neurologiche, cardiache, articolari, il trattamento antibiotico può avvenire per endovena a base di ceftriaxone®. In caso l’infezione provocata dalla malattia di Lyme si prolunghi per un lungo periodo o trattasi di manifestazioni recidive, la prescrizione di antibiotici può essere prolungata per un periodo più lungo

Prevenzione

Per evitare di essere punti da una zecca, in caso si faccia un’escursione in un bosco si consiglia di portare scarpe che coprono tutto il piede, dei pantaloni, delle calze, un cappello e una camicia a maniche lunghe, al fine di proteggere tutte le parti del corpo che possono essere punte dalla zecca. Si consiglia inoltre di mettere i pantaloni all’interno delle calze e di vestire con colori chiari per poter più facilmente individuare la zecca. Evitare di andare in zone infestate dalle zecche. Prima di partire applicare un prodotto repulsivo sui vestiti e sulle parti scoperte, tranne il viso. Da non dimenticare che questi prodotti sono sconsigliati in caso di gravidanza e allattamento. Dopo una scampagnata in zone a rischio, si consiglia di esaminare attentamente tutto il corpo per eventualmente eliminare il prima possibile la zecca.

Come togliere una zecca

Per rimuovere una zecca sono indicati due metodi. Il primo consiste nell’utilizzare un togli zecche (acquistabile facilmente in farmacia) che afferra la zecca dalla base e ruotandola la si rimuove. Il secondo metodo, invece, prevede di utilizzare una pinzetta e nel tirare la zecca senza ruotarla. L’assunzione di antibiotici, in seguito, non è raccomandata in modo sistematico, perché generalmente le punture di zecca implicano un’infezione attiva solo nel 5% dei casi. Evitare di tamponare con alcool, etere, petrolio o altri prodotti chimici perché potrebbero provocare il rigurgito della zecca e la liberazione del batterio. Farsi disinfettare la arte morsa con un antisettico, lavandosi bene le mani con acqua e sapone. Monitorare la zona morsa durante il mese successivo al fine di localizzare l’apparizione di un’eruzione che potrà testimoniare un eritema migrante. Si consiglia di conservare la zecca in un flacone per eventualmente effettuare ei prelievi. In caso si venga punti da una zecca consultare il medico, soprattutto se appaiono manifestazioni cutanee. Peraltro si consiglia di esaminare i propri animali domestici, al fine di verificare se essi trasportano o meno delle zecche.

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